I membri del Comitato “In difesa della Casa di Riposo”, insieme a tantissimi cittadini tranesi, chiedono ancora una volta informazioni sul destino della ex Casa di Riposo di Trani.
Questa volta lo fanno attraverso una PEC inviata alla Regione Puglia e alla Corte dei Conti – Sezione Controllo di Bari in cui chiedono di conoscere l’attività svolta ad oggi dal Commissario straordinario per la gestione ordinaria, l’erogazione dei servizi agli utenti (oggettivamente inesistenti) e la gestione amministrativa e finanziaria della Casa di Riposo.
Le precedenti richieste inviate negli anni scorsi, tra gli altri, al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, alla consigliera regionale Debora Ciliento, al sindaco di Trani Amedeo Bottaro, all’assessore ai servizi sociali Benedetto Martello e alla Corte dei Conti di Bari, erano state puntualmente ignorate.
Oggi si chiede con quali azioni il Commissario straordinario Daniele Santoro intende risolvere le criticità gestionali e finanziarie dell’Ente, quali siano state le azioni svolte dai precedenti Commissari straordinari e quali sono le attività attuate negli ultimi mesi di commissariamento, considerato che lo stesso Santoro è beneficiario di una proroga dell’incarico di Commissario straordinario da parte del Presidente della Regione Puglia Emiliano ad agosto 2023.
Non solo il Comitato ma tutti i Tranesi hanno il diritto di sapere quale futuro attende l’assistenza sociale agli strati più deboli della popolazione tranese. La riapertura della struttura è un atto dovuto, un segnale di attenzione nei confronti degli anziani meno abbienti che chi amministra dovrebbe sempre avere.
E, visto che esiste già una struttura e che la Casa di Riposo risulta essere proprietaria di numerosi fabbricati e terreni, crediamo che con un po’ di buon senso e competenze, si possa gestire sia la situazione debitoria dell’Ente che la ristrutturazione della Casa di Riposo.
Il Comitato sottolinea che il notevole patrimonio immobiliare della Casa di Riposo ha una precisa destinazione d’uso per cui i beni immobili non possono essere adibiti ad usi diversi e per attività diverse da quelle indicate nel titolo di proprietà.