All’esito di un incontro avvenuto con i rappresentanti degli stabilimenti balneari di Margherita di Savoia, l’amministrazione comunale ha rivolto un appello al Presidente dell’ANCI Antonio Decaro e ai Ministeri delle Infrastrutture e Trasporti e dell’Economia e Finanze per richiedere una ridefinizione dei criteri di determinazione dei canoni demaniali relativi alle concessioni marittime del Demanio.
Il Sindaco avv. Bernardo Lodispoto entra nei dettagli della richiesta: «Abbiamo voluto rappresentare l’incongruenza e l’illogicità degli attuali criteri di determinazione dei canoni demaniali schierandoci con fermezza al fianco dei nostri operatori turistici e balneari, che rappresentano il motore dell’economia del nostro territorio.
Riteniamo che, meglio di tante parole, siano i numeri a spiegare correttamente la situazione: gli stabilimenti balneari di Margherita di Savoia hanno versato per quest’anno la somma di 1.140.543 euro che rappresenta, da sola, il 10% del gettito complessivo della Puglia che è poco più di 12 milioni e mezzo. Giusto per avere un’idea, gli stabilimenti di Riccione versano 822mila euro, quelli di Cattolica 277mila, quelli di Santa Margherita Ligure 214mila.
Tutto questo è conseguenza di una normativa miope per due motivi: anzitutto penalizza quelle località, come Margherita di Savoia, che per la morfologia del territorio hanno molti spazi a disposizione; inoltre le tariffe vanno a colpire soprattutto le aree coperte e, di conseguenza, servizi come la ristorazione, bagni, cabine, spogliatoi, aree relax, parcheggi e zone dedicate allo sport».
«Il paradosso – aggiunge Lodispoto – è che Margherita di Savoia subisce questa situazione pur offrendo servizi di qualità a prezzi che, dati alla mano, sono tra i più bassi d’Italia: il costo di un ombrellone e due lettini al giorno varia tra i 10 e i 25 euro, quello di un abbonamento stagionale fra i 600 e i 1200 euro».
Ma c’è un altro aspetto che Lodispoto pone all’attenzione del Governo: «I canoni versati dai gestori degli stabilimenti balneari vengono incamerati direttamente dallo Stato con una quota irrisoria che viene devoluta al Comune, al quale sono peraltro rimesse le funzioni amministrative e gli eventuali contenziosi.
Chiediamo pertanto non solo una definizione più equa e sostenibile dei criteri di determinazione dei canoni di concessione demaniale ma anche una modifica della normativa vigente affinché siano destinate maggiori risorse agli enti locali: è ingiusto che i proventi delle concessioni non restino al territorio, è necessario anzi che essi vengano assegnati in modo più consistente ai Comuni per destinarli all’esercizio delle onerose funzioni in materia di demanio marittimo».