“Ciclicamente ci troviamo di fronte al tema degli “invisibili” che tutto ad un tratto escono dall’oscurità e irrompono sulle prime pagine delle cronache locali, se ne parla per qualche giorno. Poi, se va bene, il tema viene derubricato a qualche trafiletto prima di scomparire. E questo fino a che non arriva il giorno che questi “invisibili” tornano ad essere “visibili”.
È accaduto di recente anche a Barletta dove alcune associazioni di categoria sono intervenute sulla presenza di lavoratori stagionali sulla Litoranea di Ponente. Solo un anno fa parlavamo di un ghetto alla periferia di Andria che ospitava immigrati, uomini e donne, per lo più di nazionalità africana, pronti a lavorare in condizioni di sfruttamento e sottopagati pur di guadagnare qualcosa da inviare alle famiglie rimaste nel loro Paese d’origine”, ricorda Gaetano Riglietti, segretario generale Flai Cgil Bat.
“Potremmo citare ancora altri casi ma ora, che siamo alla vigilia della campagna olivicola che come ben sappiamo tiene impegnati molti lavoratori stagionali in questo territorio che è, lo ricordiamo, il più olivetato d’Italia non possiamo non ricordare le nostre richieste di incontro, fatte nel recente passato, ai Sindaci di Barletta e di Andria su queste problematiche alle quali non abbiamo mai ricevuto risposta, né tantomeno siamo stati mai convocati”, sostiene Riglietti.
“La disattenzione non è solo verso le richieste del sindacato ma anche rispetto alle opportunità offerte dal Pnrr, da cui si sarebbero potute attingere risorse in una misura prevista, come bene invece hanno fatto Bisceglie e San Ferdinando.
Si tratta di fondi che rientrano nella “Missione 5 Inclusione e Coesione” per il recupero di soluzioni alloggiative dignitose per i lavoratori del settore agricolo e, dunque, lo smantellamento definitivo di insediamenti irregolari.
Fra non molto, proprio ad Andria per esempio si ripresenterà il fenomeno della presenza di lavoratori migranti per la raccolta delle olive che cercheranno di trovare accampamenti di fortuna che li farà ritornare ad essere “invisibili”, quando invece si sarebbe potuto studiare un sistema di accoglienza che li rendesse dignitosamente visibili in quanto lavoratori stagionali che vedono finalmente rispettati i propri diritti”, conclude il segretario generale della Flai Cgil.