A Trani, con la dismissione da parte di AMET del servizio di pubblica illuminazione (sostenuto sin dal 1908), per volere dell’Amministrazione comunale attraverso l’adesione alla convenzione CONSIP e l’affidamento alla City Green Light Srl, sta avvenendo la sostituzione dei corpi illuminanti posizionati sulle palificazioni esistenti e sulle linee aeree installate dalla ex municipalizzata la cui distanza era stata appositamente calcolata per una ottimale e uniforme illuminazione della città.
“La conseguenza più immediata – fa sapere l’associazione Cittadinanza Attiva OIKOS Trani – è che il raggio di luce dei corpi illuminanti, combinato anche ad un wattaggio estremamente al limite delle norme di illuminotecnica sta generando una notevole riduzione complessiva di illuminamento delle strade e delle aree urbane a macchia di leopardo, passando da una illuminazione più omogenea ad una con ampi tratti più bui e piccoli zone più rischiarate, certamente non conciliabili con le esigenze di sicurezza di pedoni, della circolazione veicolare e della vivibilità.“
“La City Green Light Srl – continuano da Oikos – avrebbe dovuto quanto meno mantenere il livello di soddisfazione e di illuminamento della città; invece, ci ritroviamo a dover constatare un sensibile peggioramento del servizio, pur pagato profumatamente per tutta la durata del contratto dal Comune con il denaro dei cittadini che avrebbero visto volentieri ricapitalizzato e rilanciato quel patrimonio storico e produttivo che fu AMET Trani.
A questo proposito una chiosa significativa a margine della circostanza del forzato esproprio a carico di AMET Trani del ramo di azienda di che trattasi: risulta che i tecnici della municipalizzata tranese avevano sperimentato e installato in alcune strade della città corpi illuminanti, tuttora in esercizio, con l’innovativo sistema delle armature a led in sostituzione delle vecchie lampade arancioni a vapori di sodio, mantenendo lo stesso grado di illuminamento attraverso lampade certificate, di potenza oltremodo dimezzate rispetto alle vecchie e ben proporzionate sui punti luce esistenti che garantiscono una tonalità e temperatura di colore più gradevoli e meno “fredde” di quelle in corso di installazione.
È evidente che la cultura dell’illuminamento urbano è sempre stato un fiore all’occhiello della nostra città che già nel 1811 emanò un bando per il primo impianto di pubblica illuminazione alimentato ad olio e che più recentemente era stata segnalata come una delle città europee meglio illuminate.
Chiediamo al sindaco un intervento immediato sul gestore perché l’illuminamento delle zone in cui è avvenuta la sostituzione delle lampade torni a rispondere ai criteri di sicurezza, fruibilità e socialità.”