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lunedì, 25 Novembre 2024
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Canosa – La storia di Rosina: “E’ andata via fra l’indifferenza generale delle istituzioni canosine”

Un'emergenza sempre più dilagante: la solitudine degli anziani. Il dott. Angelo Limitone racconta la storia dell'anziana Rosina: "Preoccuparsi degli anziani soli, nella nostra società, non è una priorità"

“Un’emergenza sociale sempre più devastante” – comincia così la nota del dott. Angelo Limitone.

“E’ quell’emergenza, spesso, invisibile, che incombe sulla solitudine di tanti, troppi anziani destinati ad affrontare la loro fragile età in una dolorosa malinconia e fra mille privazioni. ROSA DI NUNNO, per me affettuosamente ROSINA era, anche lei, una militante di questo esercito invisibile.

Dico, purtroppo, “era”, perché ieri, dopo mesi di sofferenza, ha deciso di lasciare questa fallace vita terrena, per abbracciare l’eternità del Cielo. ROSINA l’ho conosciuta diversi anni fa, quando, sola e smarrita, venne presso il mio Patronato per una consulenza. Mi parlò con estrema lucidità della sua marginalità e con delicatezza della sua assoluta solitudine, con dignitosa disperazione.

Mi stava lanciando una fune, perché io la traessi in salvo; una fune che, paradossalmente, ha salvato anche me dal tunnel dell’abbandono. In quel periodo il mio cuore era lacerato dall’imminente perdita di mia madre e ROSINA me la ricordava intensamente. Nacque, fra me e lei, una inattesa alleanza, una preziosa amicizia, che ben presto si trasformò in affetto reciproco.

La sua precaria posizione economica (PENSIONE MINIMA), non le consentiva di far fronte a tutte le esigenze di vita. Io e la mia famiglia l’abbiamo sempre supportata, per restituirle un po’ di serenità e per lenire il rammarico di quella sua solitudine, che non si arginava mai. Ma ieri ROSINA ha deciso di andarsene, in punta di piedi, così come è vissuta.

Se n’è andata mesta e silenziosa, così come mesta e silenziosa è stata la sua esistenza, costellata di lavoro, sacrifici, rinunce e privazioni. Al suo capezzale nessuno, tranne me, la mia famiglia ed un’altra cara amica.

E’ andata via, lasciandomi gli interminabili racconti della sua non facile gioventù, il profumo delle sue orecchiette fatte in casa, l’essenza della sua delicata saponetta al borotalco, il riflesso dei suoi occhi stanchi nei miei. Se n’è andata lasciando l’impronta delle sue mani rugose nelle mie, soprattutto negli ultimi tempi della malattia, quando, con le sue preghiere, abbracciava il mondo.

Se n’è andata lasciandomi lo scrigno prezioso di valori ormai scomparsi: la pazienza, il rispetto, la dignità, la resilienza, la fede. ROSINA è andata via senza far rumore, fra l’indifferenza generale delle istituzioni canosine, che non hanno saputo garantirle neanche una dignitosa sepoltura…E fra l’indifferenza delle numerose organizzazioni di volontariato, che non hanno speso neanche una parola di condivisione e di conforto.

E alle esequie di Rosina ci ho pensato io, perché chi ha vissuto, come lei, dignitosamente, non poteva morire indegnamente. Con profonda amarezza e tanto dolore nell’animo, vi invito a riflettere, ad ascoltarle queste solitudini, a valorizzare le debolezze, ad accarezzare la fragilità e ad amare la trasfigurazione di un volto e di un cuore.

Ma a quanto pare, preoccuparsi degli anziani soli, nella nostra società, non è una priorità. Probabilmente dovremmo cambiare qualcosa nel nostro modo di agire (a partire dalle Istituzioni), se ci piace proclamare, con fierezza, di essere cristiani, perché è proprio nella fragilità degli anziani che si evidenzia il bisogno di Dio.

Altrimenti risparmiamoci la blasfemia e facciamo ciò che abbiamo sempre fatto: SILENZIO!” – conclude Limitone.

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