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domenica, 22 Dicembre 2024
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Regime ordinario: cos’è, come funziona, quali tasse comporta e quali sono le alternative

Quando si apre partita IVA una delle prime cose da definire è il regime contabile e fiscale con cui predisporre l’intera attività

Quando si apre partita IVA una delle prime cose da definire è il regime contabile e fiscale con cui predisporre l’intera attività. Le opzioni principali al momento sono tre: regime semplificato, forfettario e ordinario.

Quest’ultimo risulta a volte una scelta pressoché obbligata, cosa che accade in particolare per le società di capitali.

In questo articolo vediamo meglio cos’è, come funziona, quali sono le tasse dovute allo Stato e quando è possibile avvalersi delle altre due alternative.

Premessa: cosa si intende per partita IVA

Prima di soffermarci sul regime ordinario, una premessa è necessaria, inerente cosa si intende esattamente per partita IVA.

Essa non è altro che una serie numerica composta da 11 cifre. Vediamo il loro significato nel dettaglio:

  • Prime sette cifre. Indicano il numero progressivo del contribuente.
  • Ottava, nona e decima cifra. Definiscono il codice identificativo per quanto riguarda l’IVA.
  • Undicesima cifra. La sua funzione è quella di controllo della precisa trascrizione delle dieci cifre precedenti e viene generata in automatico durante l’iscrizione all’Anagrafe Tributaria.

Il numero di partita IVA può essere utilizzato anche per gli scambi con l’estero, con una sola differenza: è preceduto dal codice di identificazione dello Stato, IT per quanto riguarda le aziende e i professionisti italiani.

A cosa serve la partita IVA? Fornisce un’identificazione del soggetto e del suo status fiscale. Inoltre, agevola il controllo dell’Ufficio competente per quanto riguarda la riscossione rispetto alle tasse.

Il calcolo della tassazione avviene in base al sistema tributario predisposto durante la fase fiscale. La scelta di tale fattore viene fatta all’apertura della partita IVA e si rivela perciò cruciale.

Cos’è il regime fiscale ordinario e quando è obbligatorio

Il regime fiscale ordinario è un sistema fiscale indicato per le imprese di medie e grandi dimensioni. Comporta infatti una contabilità piuttosto articolata, complice l’adempimento a tali fattori:

  • Redazione di un bilancio alla fine dell’anno contabile.
  • Inserimento dell’attività all’interno di registri appositi.
  • Applicazione dell’IVA per quanto riguarda le fatture a credito e a debito.

La maggior parte delle persone ritiene la scelta del regime fiscale ordinario una sorta di ultima spiaggia a cui ricorrere quando si è impossibilitati dal poter usufruire dei regimi forfettario e semplificato.

Se in alcuni casi è in effetti così, non lo è però in tutti: risulta infatti l’ideale per quelle attività che comportano un maggiore volume di transazioni e che presentano un insieme di costi da sostenere piuttosto elevati, intorno al 50% rispetto agli utili.

Quando è obbligatorio il regime fiscale ordinario? Le categorie di soggetti per i quali appare imprescindibile, indipendentemente dai ricavi conseguiti, sono le seguenti:

  • Società cooperative, società mutue assicuratrici, S.p.A, S.r.l., S.r.l.s. e S.a.p.a.
  • Enti privati e pubblici abilitati in maniera principale o esclusiva in ambito commerciale.
  • Enti non residenti.
  • Associazioni non riconosciute.
  • Consorzi abilitati in maniera principale o esclusiva in ambito commerciale.

È inoltre una scelta obbligata quando i ricavi presentano un volume superiore ai 500.000 euro, che diventano 800.000 euro per le attività che non li ottengono tramite l’erogazione di servizi. Ciò vale anche nel caso di S.n.c. e S.a.s.

Infine, gli enti non commerciali che realizzano anche un’attività di tipo commerciale possono usufruire del regime ordinario ogni qual volta i ricavi risultano inferiori rispetto a quanto previsto dalla normativa.

Come funziona la tassazione nel regime ordinario

Le tasse che risultano applicate nel regime fiscale ordinario sono le seguenti:

  • IVA. L’imposta sul valore aggiunto è adottata tanto per le transazioni commerciali che per quelle inerenti i servizi.
  • IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche) e in alternativa IRES (Imposta sui redditi delle società) nel caso delle società.
  • IRAP (Imposta regionale sulle attività produttive): è obbligatoria solamente per le società a partire dal 1° gennaio 2022.

Per quanto riguarda l’inserimento dell’IVA, essa è al momento al 22%, salvo alcuni prodotti, e deve essere fatta tramite il sistema della fatturazione elettronica: una modalità digitale per l’invio e la conservazione delle fatture.

Gli altri obblighi che interessano gli aventi partita IVA con regime ordinario sono i seguenti:

  • Dichiarazione IVA all’Agenzia delle Entrate, fatta tramite comunicazione telematica annuale.
  • Versamento dell’IVA, fatto in maniera mensile oppure trimestrale.
  • Dichiarazione trimestrale per quanto riguarda le fatture estere.
  • Compilazione del modello ISA.
  • Applicazione della ritenuta d’acconto, funzionale ad anticipare una parte della tassazione.

Le alternative al regime ordinario

Chi utilizza il regime ordinario? In genere quanti hanno un reddito superiore agli 85.000 euro e non possono accedere al regime fiscale forfettario.

Esso comporta un livello di tassazione più basso, complice un’aliquota al 15% (5% durante i primi 5 anni di attività) e non è soggetto all’IVA: né da versare né da scaricare.

Dal 1 luglio 2022 è obbligatoria la fatturazione elettronica per i contribuenti in regime forfettario che nell’anno precedente hanno conseguito ricavi o compensi superiori a 25.000€. L’obbligo di fatturazione elettronica si estenderà a tutti i forfettari il 1 gennaio 2024.

E il regime fiscale semplificato? È un tipo di contabilità ordinaria che prevede meno disbrigo burocratico e richiede di conservare un numero limitato di scritture contabili.

È applicabile unicamente alle imprese individuali e alle società di persone che percepiscono  ricavi inferiori ai 700.000 euro annui, che scendono a 500.000 euro per le attività di servizi.

La scelta del regime fiscale è uno degli aspetti più importanti da considerare quando si apre partita IVA. Il regime ordinario è quello al momento più diffuso e presenta particolari caratteristiche che lo rendono, in alcuni casi, obbligatorio.

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