“Se il 2021 e 2022 sono stati anni duri per il mondo agricolo, il 2023 non è da meno. Al peggio non c’è mai fine! Superato momentaneamente il rischio di aumento del costo dell’acqua, il mondo agricolo si è trovato di fronte a un nemico inaspettato: la peronospora“. A scriverlo in una nota è l’UCI (Unione Coltivatori Italiani) di Canosa di Puglia rappresentata dalla responsabile Lucia Masciulli.
“Le forti e continue piogge che si sono verificate nel mese di maggio e nella prima settimana di giugno, con il conseguente andamento meteorologico caldo ed umido – spiegano dall’UCI – hanno favorito lo sviluppo incontrollabile della peronospora. L’associazione di categoria di Canosa di Puglia rappresentata dalla Responsabile Lucia Masciulli, considerate le segnalazioni pervenute dai propri associati, ha segnalato al Sindaco di Canosa di Puglia, dott. Vito Malcangio la situazione in cui versa l’agricoltura locale evidenziando i danni ingentissimi che si sono verificati nei vigneti, affinché il Sindaco stesso si facesse portavoce con la Regione Puglia allo scopo di attivare lo stato di calamità per il comparto”.
“Quest’anno si è creata una combinazione negativa perfetta – commenta la Responsabile Uci Lucia Masciulli – condizioni meteo ideali per il diffondersi della peronospora a cui si è aggiunta l’impossibilità di accedere ai campi per eseguire i trattamenti. I nostri agricoltori sono allo stremo. La situazione è grave. La campagna vitivinicola è ormai compromessa e quantificare i danni è difficile al momento.
Questa – continua la Masciulli – è stata una vera catastrofe per l’agricoltura canosina senza dimenticare come quest’ultima, essendo l’asse portante del nostro paese, metta a serio rischio la crescita economica di tutta la nostra comunità . Pertanto sarebbe opportuno che la Regione e il Governo si attivino quanto prima possibile con una sospensione e rinvio dei termini per il pagamento dei contributi INPS ma anche con una altrettanta sospensione delle rate dei mutui agrari. Occorre intervenire, prima che sia troppo tardi!”.