“Il ritardo per la costruzione del nuovo ospedale di Andria si accumula e allo stato non sappiamo su quale fonte di finanziamento il Governo regionale intenda fare affidamento, per coprire gli extra costi stimati in 150milioni di euro“. A dichiararlo è il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione, Fabiano Amati.
“Capire da quale fonte di finanziamento si attingeranno le risorse, serve a capire anche la tempistica di realizzazione dell’opera, perché ogni fonte di finanziamento ha la sua scadenza.
È in corso una modifica sensibile del progetto, per motivi non del tutto spiegati, perché dal deposito del progetto a oggi non risulta mutata la normativa di riferimento sulle questioni clinico-gestionali degli ospedali.
Osservo il ricorso a procedure abbastanza fantasiose, per esempio l’approvazione della variante urbanistica senza le modifiche progettuali richieste dalla Regione, sempre in attesa – comunque – di una nuova valutazione clinico-gestionale.
Da oltre due anni ci occupiamo della questione in Commissione, ricevendo ampie rassicurazioni su un andamento spedito promesso e mai mantenuto, e oggi ci ritroviamo a registrare la necessità di retrocedere nelle fasi del procedimento; in questo senso basti pensare che il finanziamento aggiuntivo – a dire dell’assessore Palese – doveva essere stato deliberato sin da luglio scorso e a valere sui FESR. Nulla di tutto questo è accaduto.
Sono molto rammaricato, perché non riusciamo probabilmente a far capire l’estrema necessità di questo ospedale, adottato dalla Giunta Vendola sin dal Piano di edilizia ospedaliera del 2012 e oggi, purtroppo, ancora nella fase dell’elaborazione e lavorazione cartacea.
Sono molto contento di osservare un movimento di prese di posizione e indignazione che stanno via via emergendo, rispettivamente, dalla Giunta comunale e da comitati spontanei di cittadini, perché questa forma di partecipazione può generare un utile scossone a carico di chiunque si adagi o nasconda la cifra degli inadempimenti dietro un fiume di parole” – ha concluso Amati.
Non è dello stesso avviso il presidente del gruppo Pd, Filippo Caracciolo, al termine della seduta della III commissione convocata per fare il punto della situazione: “Le risorse aggiuntive ci sono, il nuovo ospedale di Andria sorgerà con 400 posti letto nel rispetto del piano clinico-gestionale originario. Servirà, però, per ridimensionare i costi e renderli sostenibili, una revisione progettuale soprattutto dal punto di vista architettonico in base a quanto definito negli incontri tecnici tra Asset e progettisti”.
“Con il direttore del dipartimento promozione della salute Vito Montanaro, il direttore generale della Asl Bt Tiziana Dimatteo, il direttore generale di Asset Puglia Elio Sannicandro e il sindaco di Andria Giovanna Bruno – afferma Caracciolo – abbiamo ricostruito i vari passaggi della vicenda tracciando poi la linea da seguire”.
“Con la rivisitazione del progetto, così come stabilito dalla cabina di regia con i progettisti, si avrà un notevole ridimensionamento dei costi, che – spiega il presidente del gruppo Pd– permetterà al progetto stesso di essere coerente anche rispetto alla revisione della rete ospedaliero-sanitaria chiesta dal ministero alla Regione Puglia e già posta in essere grazie all’impegno costante del dipartimento salute. Altro fattore determinante è che questo ospedale nascerà nell’era post-covid”.
“A fine giugno la commissione si ritroverà per tracciare un nuovo quadro della situazione, nel frattempo – aggiunge Caracciolo – gli enti coinvolti potranno andare avanti con le procedure urbanistiche. Chiusa positivamente la Vas, si attende la chiusura della conferenza di servizi e entro trenta giorni dalla stessa, l’approvazione, da parte del consiglio comunale di Andria, della variante necessaria alla costruzione dell’opera”.
“Il nuovo ospedale di Andria – conclude Caracciolo – riuscirà finalmente a garantire al territorio della provincia Bat oltre che la presenza di servizi ospedalieri di eccellenza anche la possibilità di colmare il gap di posti letto con il resto della Puglia”.