Si è concluso con successo il Progetto Legalità promosso dall’IISS Dell’Aquila-Staffa di San Ferdinando di Puglia in collaborazione con il Comune.
Far conoscere il fenomeno della mafia e gli strumenti per contrastarlo l’obiettivo del ciclo di incontri rivolti a studentesse e studenti ma aperti anche a genitori e cittadini. Dall’autunno alla primavera l’auditorium Dell’Aquila ha ospitato cinque illustri ospiti.
La mafia e le grandi stragi il tema del primo appuntamento che ha avuto come protagonista Salvatore Borsellino, fratello del magistrato Paolo ucciso il 19 luglio 1992 nella strage di Capaci, intervenuto da remoto insieme a Marco Lillo, autore con Sara Loffredi del libro illustrato La casa di Paolo. Come Borsellino mi ha salvato la vita (Rizzoli. 2022).
La camorra e gli ultimi il tema del secondo appuntamento in cui è intervenuto Don Aniello Manganiello, parroco nel quartiere Scampia di Napoli e attivo da anni nel recupero sociale di giovani e famiglie disagiate e affiliate alla criminalità.
Focus sulla cosiddetta quarta mafia con la partecipazione del dott. Antonio Laronga procuratore aggiunto a Foggia. Le mafie sotto casa, infine, l’argomento dell’ultimo incontro svoltosi lo scorso 22 aprile promosso in collaborazione con Semi di legalità, progetto del settore giovani dell’Azione Cattolica della Diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie.
A raccontare come le mafie non sono lontane dalla nostra vita quotidiana, qui in Puglia, nella sesta provincia, è stato il giornalista Vincenzo Arena, autore di Per sempre tuo Cirano. Un giornalista contro le mafie pugliesi (I libri di Icaro, 2019), attivo anche con l’associazionismo a seminare legalità tra i più giovani.
Rispondendo alle numerose domande di studentesse e studenti, Arena ha raccontato come la presenza delle mafie nelle nostre città sia evidente, ad esempio, nelle piazze di spaccio dove i ragazzi trovano guadagno facile. Leggendo alcuni passi del decreto per scioglimento per mafia del Comune di Trinitapoli, ha ricordato come la criminalità organizzata si impossessi di diversi settori dell’amministrazione pubblica con la complicità della politica.
Le mafie dalle nostre parti prendono forma tutte quelle volte in cui un diritto diventa un favore, quando ci chiedono il voto in cambio di un posto assicurato; la mafia si nasconde inoltre nei furti d’auto e nell’usura come ci dice l’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) citando la provincia di Barletta-Andria-Trani.
Possiamo sconfiggerla? Sì, la risposta di tutti i relatori coinvolti nel Progetto. Ma è solo una speranza che alberga nei cuori di alcuni? Ha chiesto uno studente. No, ha detto Arena: «Se facciamo antimafia dei fatti, antimafia del noi, non sarà solo una speranza. Come? Difendendo questa terra, rispettando le regole, studiando, accogliendo un amico che sta prendendo una cattiva strada, non acquistando o facendo uso di droga, scegliendo percorsi trasparenti di inserimento nel mondo del lavoro, solo per fare alcuni esempi».
Il Progetto Legalità è nato da un’idea della docente di diritto, professoressa Armonia Devangelio che ha coordinato gli altri docenti impegnati nella preparazione delle classi. La partecipazione attiva di studentesse e studenti e l’alto profilo culturale degli incontri ha fatto affermare al preside, professor Ruggiero Isernia, che ci sarà una seconda edizione.