La proposta di realizzazione a Trani del Misericordia Cancer Hospital-centro oncologico disegnato da CMR per OHPA, Operative Holding Procurement & Assets Spa offre l’occasione per una concreta riflessione sull’esigenza di misurarsi con il tema della preesistenza di opere incompiute nel territorio tranese. Il proposto polo sanitario d’avanguardia sorgerebbe per un estensione di circa 70mila mq in località Boccadoro, in un luogo ove da decenni associazioni come Legambiente, Delfino Blu, Tummà, Amici del Mare, Boaonda, il Colore degli Anni, Arkadia, Libera Trani, Ambulatorio Popolare di Barletta e ASD Montericco e tantissimi cittadini stanno operando per la tutela e valorizzazione di quest’area naturale.
Le scriventi associazioni, per nulla contrarie alla realizzazione di un struttura oncologica, tuttavia ritengono come sia indispensabile che i progettisti della stessa, in totale sintonia con la logica di sostenibilità ambientale da essi stessi proclamata in occasione della presentazione del Mi.Ca.Ho, si cimentino con la stimolante sfida del riuso di spazi ed architetture non più funzionali ponendosi come obiettivo il recupero dell’esistente e non l’ulteriore consumo di suolo di cui la Puglia è già maglia nera in Italia. In tal senso molteplici risultano le occasioni di rigenerazione e bonifica dei luoghi ove poter collocare l’ospedale oncologico con interventi su spazi precedentemente cementificati e poi dimenticati, così da poterli finalmente restituire ad una pubblica funzione: dalla vecchia e mai attivata struttura dell’ospedale psico-pedagogico tra Trani e Bisceglie, alla ex Filatura, ormai abbandonata, all’area di capannoni industriali o di cave in disuso e, senza voler addentrarsi in ipotetiche ri-funzionalizzazioni, all’Ospedale di Trani.
Se quindi il progetto sanitario vuole essere la risposta concreta, ultra specialistica al bisogno insoddisfatto di cure oncologiche, nel contempo, l’area di Boccadoro vorrebbe essere quell’area ecologica e naturalistica, unica nel suo genere in tutto il territorio cittadino e casa di numerose specie stanziali e migratorie anche protette, da tutelare unitamente al tratto costiero tra Trani e Barletta.
In tal senso oltre ai molteplici interventi di salvaguardia di tale area attivati sin dal 1990 per sventare di volta in volta devastanti progettazioni, da alcuni mesi lo stesso Comune di Trani si sta impegnando, come da delibera di Giunta 87 del 27/07/2022, unitamente alle città di Andria, Barletta, Bisceglie, Corato, Molfetta, Ruvo e Terlizzi sull’istituzione di un ecomuseo nell’area di Boccadoro-Ariscianne ai sensi della legge regionale n. 15/2011.
Un ecomuseo coinvolge i cittadini e le associazioni del territorio su cui esso agisce con la finalità di valorizzarne il patrimonio culturale e per garantire la continuità della trasmissione delle tradizioni. La configurazione di un sistema ecomuseale attraverso un patto di collaborazione tra Comune e Territorio per promuovere usi e saperi collettivi è un percorso ormai avviato e confermato dalla presenza dell’amministrazione, attraverso l’Assessora Lucia De Mari, al tavolo istitutivo formalizzatosi tra i Comuni promotori dell’area ecomuseale Nord Barese e dalla già avviata organizzazione di forum partecipativi.
Un polo oncologico in località Boccadoro si renderebbe incompatibile con tale avviato processo di riappropriazione in favore della comunità e dell’ambiente.
Affinché non vengano sottratte preziose risorse al territorio, l’intero Consiglio Comunale dovrà responsabilmente esprimersi per la valorizzazione del patrimonio collettivo e naturalistico della costa a Nord di Trani favorendo il coinvolgimento e la partecipazione attiva della popolazione e di quei soggetti che da anni custodiscono quei luoghi.
Legambiente Trani, Associazione Delfino Blu, Tummà, Amici del Mare, Boaonda, il Colore degli Anni, Arkadia, Libera Trani