“Continua l’inesorabile invasione del cemento sul Lungomare Cristoforo Colombo di Trani e nelle aree prospicienti Via Malcangi” – ad intervenire è l’Associazione Cittadinanza Attiva Oikos Trani.
“Cantieri, demolizioni e nuove costruzioni, gru caratterizzano le aree centrali della città più appetibili commercialmente.
Le già limitatissime aree verdi residuali vengono soffocate da nuovi edifici; gli edifici esistenti vengono abbattuti e ricostruiti con aumento di volumetrie spesso in virtù di avventate e fantasiose interpretazioni del regolamento edilizio e del piano urbanistico.
Il risultato è che la città soffoca sempre più nel cemento e contemporaneamente vede ridurre drasticamente il suo già esiguo patrimonio arboreo. Altro che forestazione urbana!
Il Piano Urbanistico Generale della città di Trani sta dimostrando le sue evidenti falle anche perché non pone limiti alle altezze degli edifici e non impone rigorosi principi di deimpermeabilizzazione del suolo, nemmeno nelle aree destinate a ville in quella che una volta era la campagna ed il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale che avrebbe potuto porre limiti nelle aree costiere, per le aree già urbanizzate lascia preoccupanti margini progettuali.
Il Lungomare di Trani che dovrebbe essere il biglietto da visita della città per la fruizione turistico-ricreativa tradotta urbanisticamente dalla realizzazione di piste ciclabili, verde pubblico, zone per il relax e le attività ricreativo-balneari, si troverà invece da un lato una lunga e anonima fila di palazzi e dall’altro lato i soliti locali della movida, superaffollati durante l’estate e tristemente vuoti d’inverno.
Il primo grattacielo in zona Pozzo Piano ha completamente modificato lo skyline della città ed altri purtroppo seguiranno nelle zone di espansione e nei comparti. Sul Lungomare di Trani i prezzi degli appartamenti unitamente ai superbonus previsti rendono appetibile qualsivoglia tipologia di demolizione e ricostruzione.
Trani, ancora una volta non segue la saggia pianificazione della vicina Bari che prevede altresì la pianificazione sostenibile con la realizzazione di un grande parco costiero lungo sei chilometri. Tuttavia, senza voler invocare ulteriori esempi illuminati di programmazione urbanistica ci accontenteremmo di un primo dispositivo normativo che reintroduca nel piano urbanistico vigente le definizioni di altezza massima e di rapporto massimo di copertura del lotto con percentuale minima di suolo permeabile.
Siamo convinti che le strategie di difesa territoriale ed ambientali rappresentino un doveroso tributo a quanto lasciatoci dai nostri storici predecessori che pur non avendo alcuna sensibilità sulle tematiche della sostenibilità ci hanno lasciato un prezioso patrimonio paesaggistico” – conclude la nota.