Arrivata la proroga fino al 31 dicembre 2023 dell’utilizzo di dehors senza autorizzazioni paesaggistica e culturale per bar e ristoranti. La decisione, inserita nel Decreto Milleproroghe approvato nelle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato, soddisfa parzialmente Confcommercio Bisceglie.
«Siamo da sempre a favore di un approccio di valorizzazione degli spazi pubblici nuovo e moderno – dichiara Leo Carriera, presidente Confcommercio Bisceglie – I dehors non possono essere immaginati come mera occupazione del suolo pubblico, ma come una reale e innovativa riprogettazione urbana. Ogni spazio esterno rappresenta soprattutto un modo nuovo di vivere lo stare insieme oltre che un prolungamento logistico dell’attività commerciale.
Sicuramente serve un tavolo tecnico tra Comuni e Associazioni di categoria per regolamentare l’occupazione di aree pubbliche con dehors, ma è evidente l’importanza che rivestono sia questa proroga sia i dehors stessi per titolari di attività, per i clienti e per i residenti che hanno il diritto di vivere in aree ordinate e fruibili. Tutto sommato una semplice proroga non può rappresentare la soluzione».
«Accogliamo la proroga molto positivamente – afferma Andrea Ferrante, titolare ristorante-pizzeria “Andrea” e presidente di Assolocali – Confcommercio. Ci sono due cose che sento però di dover aggiungere: i dehors devono avere tutti la giusta e omogenea visibilità, occorre dunque intervenire con una regolamentazione che garantisca spazi omogenei a tutti i locali e che tenga conto di sicurezza e vie in entrata e in uscita per eventuali soccorsi. Altra cosa su cui, però, il governo centrale non si è espresso è la questione dei costi per l’utilizzo del suolo pubblico che sono ancora troppo elevati da reggere».
«Abbiamo presentato come Assolocali, e assieme a Confcommercio, un progetto di dehors alla Sovrintendenza già nel 2021 ma, ad oggi, non ci è pervenuta alcuna risposta – mette in evidenza Maurizio Ferrante, Il Buco dei Pescatori – Anche l’Amministrazione comunale ha sollecitato una risposta e un intervento per farci lavorare con agio e prospettiva di crescita ma, ad oggi, tutto tace. La proroga va bene ma non permette un investimento di lungo termine.
E se il 1° gennaio 2024 tutto torna come prima? Il governo centrale dovrebbe impegnarsi a rendere meno incisivo il parere della Sovrintendenza che spesso costituisce un ostacolo al nostro lavoro. Fermo restando che norme e regolamenti vanno sottoscritti e rispettati, occorre però che vengano intraprese decisioni compatibili con il nostro diritto di lavorare».