L’associazione di Canosa di Puglia Insieme per l’Agricoltura, e gli agricoltori tutti del comune di Canosa di Puglia, rendono noto che il Consorzio di Bonifica terre d’Apulia in questi anni ha aumentato il prezzo dell’acqua per l’irrigazione dei terreni agricoli portandolo da € 0,31 al metro cubo nel 2021 ad € 0,33 al metro cubo nel 2022.
Ora l’Ente ha deciso di aumentare il prezzo dell’acqua retroattivamente, a partire dal 2022, facendolo passare da € 0,33 a € 0,68 per metro cubo. Un costo così alto rende economicamente non sostenibile l’attività agricola delle aziende situate nel comprensorio consortile, per non parlare del fatto che nel territorio di Loconia – frazione di Canosa di Puglia l’acqua per l’irrigazione raggiunge le condutture del Consorzio, quindi i terreni agricoli, per caduta, direttamente dal fiume Ofanto, senza costi di sollevamento, pertanto l’aumento del costo dell’acqua è ancor più ingiustificato.
L’ente sta richiedendo inoltre, in misura più che raddoppiata, il pagamento per il tributo 630 dovuto solo a seguito della manutenzione dei canali di bonifica senza, però, aver effettuato alcun lavoro di manutenzione dei suddetti canali.
Inoltre gli agricoltori hanno affrontato un’annata agraria già compromessa dai bassi prezzi di vendita dei prodotti agricoli e dai costi di concimi e fitofarmaci più che raddoppiati. E ancora, la gelata e la grandine manifestatesi nel 2021 e 2022 hanno reso ancora più insostenibile dal punto di vista economico l’attività agricola.
Gli agricoltori si chiedono perché mai, a fronte di tali disagi, il loro settore non abbia ricevuto nessun tipo di ristoro da parte del governo come invece hanno ricevuto gli altri settori.
Si invitano le associazioni di categoria a prendere atto di questa situazione e farla presente con decisione presso le sedi opportune.
Gli agricoltori sono perciò esausti e non in condizione di sopportare l’aumento del prezzo dell’acqua né retroattivamente e neppure per il futuro nonché l’illegittima imposizione del suddetto tributo 630. Le imprese agricole, soffocate da tali costi, rischiano la chiusura. Si sta così creando un notevole malcontento che potrebbe sfociare in azioni di protesta come già successo in passato.