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venerdì, 22 Novembre 2024
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Barletta – Il Sindaco Cannito scrive all’Ambasciatore iraniano in Italia

La finalità è intercedere presso le competenti istituzioni del suo Paese in favore del giovane Sahand Noor Mohammadzadeh, condannato a morte con l’accusa di aver dato alle fiamme un cassonetto dei rifiuti e danneggiato un guardrail

“Tutti nasciamo liberi, e la condanna alla morte è figlia di un potere che l’essere umano non deve avere. Chi è senza peccato al punto da poter uccidere un altro uomo?”.

È il passaggio nodale della lettera che il Sindaco di Barletta, Cosimo Cannito, ha indirizzato giovedì scorso all’Ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran in Italia, Mohammad Reza Saburi, affinché interceda presso le competenti istituzioni del suo Paese in favore del giovane Sahand Noor Mohammadzadeh, condannato a morte con l’accusa di aver dato alle fiamme un cassonetto dei rifiuti e danneggiato un guardrail durante una manifestazione antigovernativa a Teheran.

“Le sanzioni devono essere proporzionate al reato o al danno, non indiscriminate – sottolinea il Sindaco – e le impiccagioni già avvenute nel suo Paese, e di cui si è avuta ampia notizia, raccontano di comportamenti da parte delle autorità iraniane che non sono coerenti con il rispetto della dignità e della libertà delle persone”.

Il Primo cittadino conclude la sua lettera con sentimenti di speranza, facendo leva sulla clemenza e sul buon senso delle Governo iraniano, “perorando così una riflessione di mitezza in vista della libertà di Sahand Noor Mohammadzadeh” e auspicando, in generale, il puntuale rispetto dei diritti civili per tutto il popolo iraniano.

Questo il testo integrale della lettera:

«Egregio Signor Ambasciatore,
Le scrivo la presente nella mia quafità di Sindaco del Comune di Barletta, per chiederLe di intervenire presso il Governo del Suo Paese, affinché sia sospesa la condanna a morte del Sig. Safiad Woor Molammadzadel, giudicato colpevole di azioni marginali ed animate dalla sola speranza di libertà (dare fuoco per protesta a dei container di rifiuti). Le sanzioni devono essere proporzionate al reato o al danno, non indiscriminate.

Tutti nasciamo fiberi, e la condanna alla morte è figlia di un potere che l’essere umano non deve avere. Chi è senza peccato al punto da poter uccidere un altro uomo?

Le impiccagioni già avvenute nel Suo Paese, e di cui si è avuta ampia notizia, raccontano di
comportamenti da parte delle autorità iraniane clie non sono coerenti con il rispetto della dignità e della fibertà delle persone.
Confido nel buon senso e nell’umanità della Sua persona, per perorare una riflessione di mitezza in vista della liberti di Sahand Woor Mohammad zadeh.

Con cordialità,
Cosimo Damiano Cannito».

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