Non se ne parla molto, anzi quasi mai.
Se considerassimo il clamore mediatico e la risonanza culturale e sociale che ha ottenuto e continua ad ottenere a livello mondiale il pittore barlettano Giuseppe De Nittis, al quale è dedicata anche una Pinacoteca nella sua Città Natale, l’omologo andriese Giuseppe Pàstina sembrerebbe quasi dimenticato.
Giuseppe Pàstina nacque ad Andria nel 1863. Fu avviato dai suoi genitori agli studi giuridici ma al contempo apprese gli elementi dell’arte da Domenico Morelli e da Giovanni del Re: prima ancora di laurearsi, nel 1886 espose la sua opera “Abbandono”, seguita nel 1887 dal “Ritratto del signor Porziotta” alla Promotrice di Belle Arti di Napoli dove riscosse un enorme successo.
Studioso del vero, effettuò numerosi viaggi in Abruzzo, in Umbria e soprattutto prolungate permanenze nella capitale, a partire dai primi anni ’90, che ne ampliarono il campo di ispirazione: dalla ritrattistica iniziale al paesaggio e alla pittura sacra.
All’attività artistica (fu presente fino agli anni ’20 alle mostre pugliesi e romane) affiancò quella di restauratore di opere d’arte antiche, collaborando con l’archeologo G. Boni alla sistemazione del Palatino. Nel 1911 curò la realizzazione del Padiglione Pugliese per l’Esposizione Internazionale di Roma.
Padre del famoso regista Giorgio Pàstina, il pittore andriese fu elogiato ed apprezzato dagli intenditori d’arte e dai critici dell’ottocento, tanto che i giornali dell’epoca testimoniano la presenza ad Andria persino del grande genio e coetaneo compositore Pietro Mascagni, ospitato nella casa della famiglia Pàstina.
Tante le opere pittoriche del Pàstina: la Pinacoteca Corrado Giaquinto di Bari conserva 12 suoi dipinti; altre opere, come il dipinto “Rocca Minore – Assisi” del 1914, hanno dimora nella Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma.
Uno dei suoi più importanti quadri, il dipinto “Veduta di Roma da Monte Mario” è stato venduto il 7 giugno 2006 all’Asta Sotheby’s di Londra, una delle case d’aste più famose del Regno Unito, per circa 11mila euro.
“Paisaje de Spoleto” del 1923 fu venduto all’asta in Uruguay nel 2012; il dipinto “Italian Landscape with Figures on the Shores of a Lake” fu battuto nel 2018 negli Stati Uniti; “Rendez-vous am Brunnen im Innenhof” nel 2001 in Germania. Tante altre opere sono state acquistate nel Regno Unito e in Italia.
Giuseppe Pàstina morì nel 1942 a Roma, dopo essersi dedicato anche all’architettura neomedievale, infatti è curioso sapere che il pittore andriese progettò e scolpì persino un monumento sepolcrale nel cimitero storico e monumentale di Andria.
Una figura di cui sappiamo davvero poco se non studiando alcuni libri dell’epoca come “Artisti napoletani viventi” del 1916 di Enrico Giannelli, in cui vengono esaltate le virtù del grande pittore nato ad Andria; oppure leggendo il libro “Pietro Mascagni: Cerignola culla della mia musica“, dove si narra dell’arrivo ad Andria di numerose e lussuose carrozze che accompagnarono il grande maestro d’orchestra Mascagni, livornese di nascita ma cerignolano d’adozione, in visita proprio al Pàstina.
Artista e uomo di cultura dimenticato in patria, ma elogiato altrove.