Un grido disperato e silenzioso, quello degli operatori ecologici delle nuove ditte che gestiscono la raccolta dei rifiuti nella città di Andria, Gialplast srl e Sie.Co. spa.
“Ci sentiamo abbandonati da azienda e amministrazione”: queste le parole pronunciate dai dipendenti dopo lo sciopero indetto martedì scorso, 15 novembre, per evidenziare i problemi persistenti in azienda, denunciati insistentemente in numerose occasioni.
In effetti, alle società vengono contestati: “inadempienze sulla sicurezza sui luoghi di lavoro”, con tanto di pericolo per l’incolumità degli operatori, “orari di lavoro e turni massacranti, dispositivi di protezione individuale inadeguati, pagamento ridotto dello stipendio”.
Il tutto ampiamente documentato da foto, video e segnalazioni che preferiamo non pubblicare per non urtare la sensibilità di molti, ma che mostrano strutture e mezzi fatiscenti, percolato pericoloso e dannoso per la salute umana che fuoriesce incontrollato dai veicoli aziendali.
Per di più, molti cittadini stanno segnalando la precarietà delle buste di raccolta rifiuti date in dotazione e l’assenza di un’adeguata comunicazione, da parte delle aziende, riguardo i giorni di ritiro e le corrette regole di conferimento dei rifiuti, a pochi giorni dall’avvio definitivo del nuovo servizio in programma il 21 novembre prossimo.
Tutti punti più volte esposti a chi di dovere.
Infatti, già il 21 ottobre scorso, alcuni dipendenti Si.eco-Gial Plast, presenziando al Consiglio Comunale di Andria, alla presenza della sindaca, già denunciavano la loro situazione lavorativa.
Il risultato fu l’abbandono dell’aula da parte degli stessi lavoratori.
Quindi la decisione di organizzare uno sciopero, quello di martedì, durato un’intera giornata, chiedendo più volte di “addivenire ad una soluzione bonaria della vertenza e a concordare i servizi minimi essenziali”.
Ma, a quanto pare, anche in quell’occasione ha risuonato forte “l’assenza del Comune, dell’Assessore all’Ambiente e della Sindaca“.
Nulla di fatto quindi. Così si è deciso di informare anche la Prefettura sull’incresciosa situazione chiedendo “la convocazione delle parti per una risoluzione bonaria della vertenza nell’ottica di tutelare le legittime aspettative dei lavoratori”.