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giovedì, 26 Dicembre 2024
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L’inferno di Barletta: costretti a vivere in condizioni disumane nell’ex stazione della teleferica

La notte, per queste persone, si passa all’addiaccio, sotto qualche coperta o rifugiati in tenda, quando va bene. Le tende sono stracci o teloni di plastica tesi su aste in ferro o pali in legno

“E’ un inferno, è un inferno quello in cui vivono i migranti nella ex stazione della teleferica, e come questo ci sono altri posti dimenticati dallo Stato, come la ex anagrafe di Via Cialdini, lo scalo merci della stazione ferroviaria, la ex distilleria e tanti altri disseminati tra pinete, campagne, spiagge ed edifici pubblici abbandonati”. E’ quanto denuncia Cosimo D. Matteucci, referente della Rete delle Associazioni di Barletta.

“Persone, non solo migranti, vi vivono, in condizioni tali da far rabbrividire e vergognare qualsiasi comunità che voglia definirsi civile ed evoluta, e Barletta deve vergognarsi assai.

Queste sono le foto della nostra vergogna scattate durante l’evento di sensibilizzazione e protesta organizzato questa mattina (ieri, ndr), dalla Rete delle Associazioni di Barletta.

Persone che in gran parte, per pochi euro e al nero, lavorano nelle campagne degli italiani in condizioni di gravissimo sfruttamento da parte dei proprietari dei terreni e dei caporali. Raccolta dell’uva, degli ortaggi e delle olive, ciclicamente, nella assenza di qualsiasi tutela, nella assenza dello Stato, della Regione, del Comune, delle Istituzioni.

La notte, per queste persone, si passa all’addiaccio, sotto qualche coperta o rifugiati in tenda, quando va bene. Le tende sono stracci o teloni di plastica tesi su aste in ferro o pali in legno: condizioni igieniche e sanitarie drammaticamente inesistenti, protezione dal freddo prossima allo zero.

Stazione. Moriva così, di freddo, a Barletta, Ahmed Saki, dopo che la pioggia incessante dei giorni precedenti aveva allagato il fabbricato, rendendo persino impossibile l’accensione di un focolare, l’unica fonte di riscaldamento per lui e tutti gli altri invisibili. Era il 15/02/2021.

Barletta non può più continuare a fingere che queste persone non esistano, che questo ed altri posti, in cui trovano rifugio, non esistano.

Non possiamo più tollerare che delle persone siano costrette a vivere in queste condizioni di massima povertà, emarginazione e degrado, condizioni che sono la vergogna di tutti gli esseri umani e in particolare della nostra comunità.

Abbiamo immobili pubblici abbandonati e immobili confiscati alla mafia: alcuni di questi devono – non possono, devono – essere destinati quanto prima a dormitorio pubblico per le persone senza dimora. Nell’immediatezza la ex Stazione della teleferica come tutti i luoghi di rifugio devono essere almeno ripuliti, bonificati, dotati di moduli abitativi, cassonetti per la raccolta della spazzatura, gabinetti chimici, di una fornitura idrica e di tutta quello che può garantire a queste persone una vita dignitosa.

Per questi motivi la Rete delle Associazioni di Barletta chiede un immediato intervento delle Istituzioni tutte: Prefettura, Comune e Regione a cui verrà presto richiesto un incontro.

Per Ahmed, per tutte le persone sfruttate ed emarginate, per noi” – conclude Matteucci.

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