Superare il campanilismo e ragionare come nodi di una stessa rete urbana. Leggiamo, con stupore e disappunto, di contese campanilistiche tra i Comuni capoluogo della provincia di Barletta, Andria, Trani. Ci sembra di tornare alle cronache dei primi anni Novanta, quando la questione della nascente nuova provincia pugliese, la sesta, destò molta attenzione sulla carta stampata.
A guardare bene il calendario siamo invece a settembre 2022 e la provincia “di Barletta” è stata archiviata, come ipotesi, a metà degli anni Novanta. Mentre nella seconda metà del primo decennio del Duemila si afferma, e poi finalmente nasce, la provincia di Barletta, Andria, Trani. Istituita con legge dello Stato nel 2004 e attivata con le elezioni del giugno 2009. Sono quindi passati diciotto anni dall’istituzione e tredici dalla prima elezione.
I tre Comuni capoluogo sono cresciuti in questi diciotto anni e, sulle direttrici Andria – Barletta e Barletta – Andria – Trani, le città sembrano ormai volersi quasi congiungere. Sarebbe più logico iniziare a ragionare come fossero un unico capoluogo, un unico agglomerato urbano, piuttosto che il contrario.
Disquisire ancora di rivalità campanilistiche non ha veramente più alcun senso, le potenzialità e i problemi di queste realtà sono molto spesso comuni e come tali andrebbero affrontate. Con l’impegno propulsivo delle tre amministrazioni comunali, che dovrebbero essere più capaci di muoversi in maniera sinergica, andando anche al di là del colore politico di ognuna di esse.
Si guardi, ad esempio, ai lavori della Ferrotramviaria, all’indomani dell’incidente del 2016: i due principali capoluogo della provincia sono stati feriti dal lutto prima, e successivamente dall’infinito iter burocratico, che ha bloccato la ripresa dei lavori, ancora oggi a rilento.
La mancanza di un approccio sinergico tra i Comuni capoluogo e gli altri soggetti coinvolti non ha consentito di riattivare in tempi brevi e ragionevoli la linea. Siamo infatti al 2022, sono passati sei anni da quei tragici fatti, e da Corato a Barletta non è ancora possibile giungere in treno, così come non è ancora possibile fruire dell’opportunità offerta dalla Ferrotramviaria di arrivare fin dentro l’aeroporto di Bari partendo da Barletta: un disagio enorme non solo per le città di Barletta ed Andria, ma anche per tutto il territorio murgiano e ofantino, che trovava nelle stazioni di Andria e Barletta importanti snodi di scambio.
Potremo poi continuare passando a parlare dell’articolazione dell’Asl Bt: spesso gli ambulatori presenti presso l’ospedale “Bonomo” di Andria erano più facilmente raggiungibili per un pezzo non irrilevante di cittadini barlettani residenti nelle zone più periferiche della città, data la vicinanza con la stazione, di quelli allocati all’ospedale “Dimiccoli”. Ciò grazie al collegamento ferroviario della Ferrotramviaria: ma tutto questo non è più possibile da ormai sei anni e non si capisce quando tornerà ad esserlo.
Ci auguriamo un rinnovato spirito sinergico e propulsivo dei tre comuni capoluogo e delle loro istituzioni nel saper valorizzare il molto che li unisce rispetto al poco che li divide.
A cura di Luca Lacerenza, Referente +Europa
Foto: Edmondo Adduci