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venerdì, 8 Novembre 2024
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Xylella, cosa è accaduto e cosa accade nella comunicazione sul flagello dei nostri ulivi

L'evento formativo per i giornalisti si terrà venerdì 20 maggio, dalle 18 alle 20, e vedrà la partecipazione di Lazzàro di Confagricoltura, Boscia del CNR, Infantino (Oss. Fitopatologico) e Rutigliano (Agrisole-Il Sole 24 Ore)

Venerdì 20 maggio, dalle 18 alle 20, nella biblioteca comunale “Giuseppe Ceci” in piazza Sant’Agostino 5 ad Andria, si parlerà di “Xylella: una storia attraverso i media. Analisi del pregresso e proposta per una corretta informazione ambientale”.

Ne parleranno tutti coloro che, ciascuno per il suo campo, sa di che cosa parla in tema di xylella, il batterio che ha distrutto il verde Salento. Ovvero il dott. Donato Boscia, del CNR-IPSP, che esprimerà il punto di vista e soprattutto l’esperienza sul campo della ricerca e delle università sulle soluzioni di lotta alla diffusione del batterio.

E poi Luca Lazzàro, il presidente di Confagricoltura Puglia, e dunque il mondo dei produttori olivicoli, da quelli salentini danneggiati a quelli del sud barese oggi minacciati. E ancora Salvatore Infantino, il direttore dell’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia che monitora e aggiorna la mappa della diffusione del batterio e che dirà dello stato dell’arte.

Infine il mondo dei mass media, e di come la stampa specializzata in particolare abbia seguito e segue il fenomeno e i suoi sviluppi, con l’intervento di Vincenzo Rutigliano, giornalista di Agrisole-Il Sole 24Ore.

L’evento – che è valido per i crediti formativi – verrà introdotto dal Presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Puglia, Piero Ricci, e dal Presidente del Circolo della Stampa della Bat, Franco Di Chio.

Dopo l’evento formativo si terrà l’appuntamento con un romanzo che ha per cuore l’olivo, ed è il romanzo di Ganni Naglieri con il suo “L’albero di Niceta”, un romanzo storico circolare che esalta il valore simbolico cristiano della pianta dell’olivo, attraverso una narrazione che parte dall’esodo dei monaci basiliani e bizantini dalle terre di oriente per portare in salvo i simboli della cristianità messi a rischio dalla violenza dell’editto iconoclasta e che giunge fino ai nostri giorni.

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