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giovedì, 26 Dicembre 2024
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Trinitapoli – Istituto di vigilanza privata nel mirino della Guardia di Finanza: perquisiti i locali dei 3 soci

I militari del Comando Provinciale di Barletta hanno dato esecuzione ad un Decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, nei confronti dei 3 soci di un istituto di vigilanza privata, già soggetta a procedura fallimentare

Militari del Comando Provinciale di Barletta, coordinati dalla Procura della Repubblica di Foggia, hanno dato esecuzione ad un Decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, nei confronti dei soci di un istituto di vigilanza privata di Trinitapoli, costituito sotto forma di Società Cooperativa a.r.l., già soggetta a procedura fallimentare.

All’esito delle indagini di polizia giudiziaria, delegate al Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Barletta ed in relazione agli elementi probatori raccolti nel corso di una serie di perquisizioni locali nei confronti dei 3 soci, componenti del consiglio di amministrazione, sono emerse circostanze che hanno consentito di ipotizzare la “distrazione” dei proventi dell’attività commerciale, l’occultamento delle scritture contabili e la mancata richiesta di dichiarazione di fallimento, con conseguente aggravio del dissesto della società in danno dei creditori.

Sulla base di tali condotte, il P.M. inquirente ha richiesto la misura cautelare reale al G.I.P. presso il Tribunale di Foggia il quale, accogliendola, ha emesso un “Decreto di sequestro preventivo”, finalizzato alla confisca, disponendo il sequestro della liquidità nella disponibilità degli indagati, fino alla concorrenza di 2.421.600,00 euro, nonché della somma di 74.800,00 euro rinvenuta ad una delle persone indagate, già sottoposta a sequestro, nel corso delle attività di indagine.

Sono in corso approfondimenti investigativi volti ad acquisire ulteriori elementi probatori, tali da corroborate l’impianto accusatorio della Procura della Repubblica di Foggia.

La costante azione del Corpo nel contrasto ai reati fallimentari rappresenta lo strumento principale per restituire quanto dovuto ai creditori delle aziende portate illegalmente allo stato di insolvenza.

Va in questa sede evidenziato che il procedimento pende nella fase delle indagini preliminari e che fino a sentenza definitiva vale la presunzione di non colpevolezza degli indagati.

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