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giovedì, 23 Gennaio 2025
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Condannato a oltre 9 anni l’ex giudice De Benedictis. A processo per l’arsenale di armi in una villa di Andria

Nei confronti dell’ex giudice barese, intanto, è cominciata anche un’altra udienza preliminare dinanzi alla gup Laura Liguori per il ritrovamento nel deposito sotterraneo di una villa di Andria di un arsenale da guerra

La gup del Tribunale di Lecce Giulia Proto ha condannato alla pena di 9 anni e 8 mesi di reclusione l’ex gip del Tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis e l’ex avvocato penalista di Bari Giancarlo Chiariello per quattro presunti episodi di corruzione in atti giudiziari, relativi a tangenti in cambio di scarcerazioni.

Le pene inflitte con rito abbreviato sono state più elevate delle richieste della Procura (8 anni e 9 mesi di reclusione per De Benedictis, 8 anni e 5 mesi per Chiariello).
Entrambi sono stati assolti «perché il fatto non sussiste» da una ulteriore accusa di corruzione e rivelazione del segreto d’ufficio.
All’ex penalista erano stati recentemente sequestrati beni e contanti per quasi 11 milioni di euro.

Come riporta il Corriere della Sera, “l’ex gip di Bari sarà nel frattempo processato con il rito abbreviato a partire dal 28 giugno, accusato – in concorso con il caporal maggiore capo scelto dell’Esercito Antonio Serafino e l’imprenditore agricolo Antonio Tannoia – di traffico e detenzione di armi ed esplosivi, anche da guerra, del relativo munizionamento e di ricettazione.

Nei confronti dell’ex giudice barese, intanto, è cominciata un’altra udienza preliminare dinanzi alla gup Laura Liguori, la stessa che lo ha condannato per corruzione.

De Benedictis e Tannoia hanno chiesto il rito abbreviato (quest’ultimo, assistito dall’avvocato Mario Malcangi, aveva inizialmente chiesto il patteggiamento a 5 anni di reclusione ma la Procura di Lecce non ha prestato il consenso).

Il terzo co-imputato, Serafino, ha chiesto di patteggiare la pena a 5 anni di reclusione ottenendo il consenso dei pm. Si è costituita parte civile l’avvocatura dello Stato per la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della Giustizia.

Il procedimento nasce dal ritrovamento nel deposito sotterraneo di una villa di Andria di un arsenale da guerra composto da più di 200 pezzi tra fucili mitragliatori, fucili a pompa, mitragliette (tra cui 2 kalashnikov, 2 fucili d’assalto Ar15, 6 mitra pesanti Beretta Mg 42, 10 Mab, 3 mitragliette Uzi), armi antiche e storiche, pistole di vario tipo e marca, esplosivi, bombe a mano ed una mina anticarro, oltre a circa 100.000 munizioni“.

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