Da giovane, ricordo gli insegnamenti di Enrico Berlinguer sulla “democrazia come valore universale”. Al tempo stesso la democrazia veniva legata alla capacità umana (individuale) di potere influire sugli eventi del mondo attraverso la partecipazione e la libertà .
Sappiamo che Rousseau usava il sarcasmo verso l’inglese democrazia della mera delega attraverso il voto alle elezioni. Votiamo ogni cinque o quattro anni, deleghiamo i rappresentanti e poi non interferiamo mai sulle decisioni importanti e finiamo per essere eccessivamente governati.
Ora sappiamo altresì bene quanto le democrazie siano un bene e conosciamo anche quanto siano fortissimamente condizionate da poteri segreti(servizi), da potentati economici, da gerarchie militari, da logiche di potenza, da violenze metamorfizzate.
Proviamo ad immaginare una riunione ristretta della Cia o del Pentagono o dei governi stessi, o del Fondo monetario internazionale, oppure dei presidenti di Stati, oppure dei centri decisionali industriali o commerciali.
Cosa si diranno e come parleranno. Escludo parlino di valori o di democrazia o di libertà umane o di divisione dei poteri o di illumismo o di autogoverno o di protagonismo dei popoli o di filosofia dei diritti o di autodeterminazione.
Assai probabilmente parleranno di: armi, difesa, attacco, zone di influenza, egemonie di potenza, come limitare consapevolezze diffuse, come uccidere persone in grado di sconvolgere o mutare equilibri, come provocare conflitti, come continuare la lotta continua di uomini contro altri uomini, di come esercitare il controllo sociale, di come orientare la cosiddetta opinione pubblica, di come predare e accaparrarsi risorse e materie prime……
Appena si intravedono spiragli di crescita civile, forza individuale o collettiva di interferire sugli eventi piegando le forti sussunzioni, scatta l’allarme e la difesa di poteri concentrati in pochi uomini con relativa azione di infliggere guerre devastanti e morte.
Un Gramellini di turno, o un Recalcati o un Mieli o addirittura un Parenzo qualsiasi verranno a pontificare con invettiva boriosa e insopportabile che tutto questo non riguarda l’Occidente, i nostri valori e via di questo passo.
Loro però non sono consapevoli di non contare ugualmente nulla, di essere dei cortigiani, di non influire sulle decisioni e sugli eventi. Sublimano e si comportano da bacchettoni.
I potenti ridono di questi personaggi perché totalmente irrilevanti pur autorappresentandosi importanti.
Il loro vigliacco conformismo li rende ciechi e stupidi.
Quando invece una persona, pure non influente ma onesto nel raccontare qualche frammento di verità fastidioso, si espone, manifesta dubbi o critiche sensate , tocca dei fili delicati, i gloriosi strumenti della democrazia mondiale censurano.
Ora Putin, censura, invade, distrugge i rivali, ma ha una cultura di critica del liberalismo occidentale e della democrazia degli europei e degli anglosassoni, ovvero si comporta come pensa, ovvero da despota.
I potenti della nostra parte invece si armano spesso di retorica insulsa e poi massacrano in Vietnam, complottano spesso, uccidono Allende, distruggono Moro, eliminano Falcone, guerreggiano per delle isole sperdute, spendono migliaia di miliardi di dollari per le armi, e compiono misfatti segreti e ben camuffati, e però sono democratici.
Infine, più nel piccolo, il povero Orsini di turno dice con parresia schietta qualcosa che ha studiato, ma disturba il coro attuale e cosa fanno i democratici globali? Ne sopprimono la pagina su wikipedia.
Buona giornata.