In questo periodo un tema importante da affrontare assieme alla crisi Ucraina è la questione dell’accoglienza dei profughi. Coloro che fuggono dal confine e si rifugiano in Italia sono sempre più, e continua ad aumentare giorno per giorno.
Nonostante l’Italia non si trovi ad essere direttamente esposta, come nel caso degli sbarchi dal Mediterraneo, secondo le ultime stime sono oltre 20.000 i cittadini ucraini entrati al momento nel nostro Paese. Quindi il problema non è da sottovalutare dal punto di vista organizzativo e dell’accoglienza.
Accanto alle principali città di destinazione come Roma, Milano, Bologna e Napoli, ci sono altri paesi che si stanno mobilitando per offrire accoglienza ai profughi. Tra queste spunta Andria.
“Recentemente alcuni cittadini ucraini sono ospiti di una famiglia andriese, però sarebbe interessante anche se i profughi potessero occupare qualche abitazione del nostro centro storico, o dei borghi di Montegrosso o Troianelli, considerando che molte strutture sono completamente abbandonate”, dichiara il consigliere comunale Nicola Civita.
“Penso che questo intervento si configuri come una duplice opportunità per noi e gli ucraini: da un lato è un modo per rianimare e valorizzare alcune zone del nostro territorio, come i borghi rurali o il quartiere storico di Andria, scrigni di cultura, arte e memoria che vanno incontro ad un declino inesorabile, e dall’altro daremmo un tetto ai rifugiati in fuga dal Paese in guerra, magari offrendo loro la possibilità di dedicarsi all’agricoltura e all’artigianato: tra le attività lavorative più diffuse in Ucraina. Mi auspico che l’amministrazione comunale, ed in primis la Sindaca, valuti, in tempi brevi, tale proposta e che, a sua volta, la indichi alla Prefettura. Divenendo promotrice anche di altre iniziative solidali”.
Una proposta, dunque, innovativa quella lanciata dal giovane politico andriese finalizzata prima ad offrire un concreto supporto, dagli spazi per le cure e consulenza ad opportunità di lavoro (oltre che ad organizzare altre forme di aiuto umanitario come raccolta fondi e forniture essenziali) poi a creare una sorta di sinergia culturale tra il nostro popolo e quello ucraino.
“Congiuntamente a tale proposta, naturalmente, non mancherà da parte nostra l’assistenza all’estero con gli aiuti coordinati in Ucraina o nei Paesi di Confine chiamati a gestire la prima fase dell’accoglienza”, conclude il consigliere Civita.
“In questo periodo storico così drammatico è molto importante la collaborazione e l’impegno di noi tutti, dalle associazioni religiose alle organizzazioni pubbliche. Noi come amministratori saremo costantemente in prima linea per fornire aiuto umanitario ai rifugiati: persone che ora soffrono per il loro paese d’origine e per i loro cari lì presenti.
E’ anche quindi nostra responsabilità creare ogni possibile mobilitazione contro l’aggressione russa per la pace e la garanzia del diritto internazionale, che si oppone fermamente al sopruso e alla sfida portata alla democrazia e alla convivenza dei popoli”.