“In occasione della Giornata internazionale della donna la riflessione della Cgil quest’anno non va solo al binomio donna-lavoro ma anche al tema della ripresa e al ruolo centrale delle donne nell’uscita dal pantano che la pandemia ha creato, attraverso il protagonismo femminile per un’occupazione di qualità e, soprattutto, in sicurezza.
Oggi ricordiamo anche il protagonismo delle donne che hanno contribuito al progresso della nostra comunità. Tante trasformazioni sociali avvenute non sarebbero state possibili senza il contributo della partecipazione femminile”. Così Dora Lacerenza, segretaria Cgil Bat interviene in occasione dell’8 marzo, la Giornata internazionale della donna.
“Come Cgil abbiamo sempre sostenuto il bisogno di intervenire sulle condizioni lavorative delle donne. A partire, per esempio, dall’esame dell’art. 37 della nostra Costituzione che al comma 1 recita: ‘la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore’. E ancora l’art. 28 del Dlgs 198/2006 stabilisce che: ‘la lavoratrice ha diritto alla stessa retribuzione del lavoratore quando le prestazioni richieste siano uguali o di pari valore’. Ma così non è.
Nonostante il livello di emancipazione sia notevolmente cresciuto negli ultimi 40 anni, il quadro che emerge dal nostro Paese è quello di disuguaglianze. Ed è così che le donne hanno minore accesso alle figure apicali, carriere discontinue e stipendi più bassi. Se poi parliamo di maternità e della necessità di seguire i figli non troviamo incentivi e sostegni, ma forti penalizzazioni per chi usufruisce del part-time e forti resistenze nel concederlo, nonostante in alcune professioni si lavori per obiettivi e si sia dimostrato che si può essere produttivi anche lavorando meno ore.
E allora è necessario passare al concetto di genitorialità superando la contrapposizione uomo-donna e incoraggiando gli uomini a dedicarsi maggiormente alle attività familiari e casalinghe, tradizionalmente in carico alle donne. Non è possibile tollerare che una donna su quattro sia costretta ad abbandonare il lavoro dopo la nascita di un figlio. E la pandemia non ha fatto che peggiorare le cose. Le donne sono state un baluardo molto forte, centrali contro il virus sia come lavoratrici in prima linea nelle scuole, negli ospedali e nelle aziende alimentari, che in famiglia nella cura degli anziani.
Elemento su cui vale la pena soffermarsi e riflettere perché si tratta di settori che hanno mandato avanti il Paese durante l’emergenza. Ecco perché ci deve essere un forte riconoscimento nei confronti delle donne. Un numero su tutti: nel 2019 il tasso di occupazione femminile aveva toccato per la prima volta il 50.1% (sempre poco rispetto alla media europea del 62,3%) ma nell’anno della pandemia è di nuovo crollato al 48,6%, 19 punti sotto quello maschile.
I paesi dove i tassi di occupazione femminile sono alti tendono a sperimentare tassi più elevati di crescita economica”, osserva Lacerenza. “Inoltre, la pandemia ha dimostrato il valore della leadership femminile, soprattutto in tempi di crisi. In casa hanno dimostrato di avere tanta forza, affrontando nuove sfide a partire dalle inedite forme di lavoro, la dad, la cura della famiglia. Ma ora bisogna ripartire dal lavoro, un lavoro sicuro, di qualità e soprattutto stabile.
Tutte queste questioni, dalle pari opportunità alla parità di genere non sono temi che riguardano solo le donne, sono aspetti che richiamano la responsabilità di tutta la società. E nella ripresa per un lavoro di qualità e in sicurezza bisogna ripartire dal protagonismo delle donne”, conclude la segretaria della Cgil Bat.