Si è tenuta venerdì 4 marzo, nella sala consiliare del Comune di Andria, la presentazione del libro “L’Islam al femminile” di Sandro Menichelli, pubblicato da Gambini Editore.
L’iniziativa è stata organizzata da SinergItaly in collaborazione con l’associazione “Le Amiche per le Amiche” ed ha ricevuto il patrocinio del comune di Andria.
Sono intervenuti il cav. Riccardo Di Matteo, presidente SinergItaly, l’assessora alla Bellezza, Daniela Di Bari, la presidente di “Le Amiche per le amiche”, Francesca Magliano, l’autore del libro, Sandro Menichelli. A moderare il giornalista de “Il Sole 24ore”, Vincenzo Rutigliano.
Durante l’incontro, tra le diverse tematiche trattate all’interno del libro, si è parlato di quanto spesso la cultura occidentale sia prevenuta ed abbia dei preconcetti nei confronti del mondo islamico, ed in particolar modo di quello che è l’immaginario collettivo rispetto allo stato sociale delle donne islamiche, spesso viste come donne che “subiscono” imposizioni, come il dover coprire parte del volto, o ancora il fatto di essere promesse in spose per scelta di altri, e non propria.
L’autore ha affrontato diversi aspetti che riguardano l’Islam, la cultura islamica, ed il modo in cui la religione, e di conseguenza i testi del corano, possa o meno influenzare le scelte di vita, anche quotidiane.
In risposta ai matrimoni cosiddetti “combinati”, e ad esempio ai tanti casi di “spose bambine”, l’autore ha invitato i partecipanti all’incontro a riflettere su quanto accadeva non molti decenni fa nel sud Italia, dove le donne erano spesso “promesse spose” malgrado il loro volere.
Come donna, nonché giornalista, a tale osservazione pongo un ulteriore quesito e riflessione: “All’incirca un mese fa, il giornale “La Repubblica” ha pubblicato un articolo che riportava i fatti avvenuti ai danni di una bambina di 12 anni. Sarebbe stata promessa in sposa da sua madre, originaria del Salento, al fratello del suo compagno. Il padre della ragazzina, anch’egli salentino, si sarebbe rivolto alla procura dei minorenni di Lecce, la quale avrebbe chiesto e ottenuto la sospensione della potestà genitoriale della madre”.
Adesso, al di là dell’essere femminista o meno, cosa non necessaria per commentare la notizia, verrebbe da chiedersi: “Perché il fatto che determinate cose accadano in un luogo piuttosto che in un altro, in un periodo storico passato o presente, cambierebbe la gravità di tali avvenimenti?”.