- Pubblicità -spot_img
venerdì, 27 Dicembre 2024
HomeAttualitàDa Andria a Rimini. L'incredibile storia di Titty, la ballerina in carrozzina....

Da Andria a Rimini. L’incredibile storia di Titty, la ballerina in carrozzina. VIDEO

Per l'andriese Titty Ieva e il suo M° Dott. Gianpaolo Brescia, della scuola di ballo "Monton de Estrellas", la disabilità è bellezza. Insieme ne hanno fatto un’arte. L’arte del ballo

“La disabilità è negli occhi di chi la guarda”.

Per Titty Ieva e il suo M° Dott. Gianpaolo Brescia della scuola di ballo “Monton de Estrellas” la disabilità è: bellezza. Insieme ne hanno fatto un’arte. L’arte del ballo.

In occasione della Giornata Europea delle Persone Disabili (International Day of People with Disability), l’ANMIC Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili in collaborazione con L’associazione Parkinson in rete di Rimini provincia Romagna, Domenica scorsa 12 Dicembre 2021, hanno organizzato una manifestazione di sensibilizzazione presso il Teatro degli Atti di Rimini. Uno spettacolo denominato “UN1C1” per raccontare la storia di 5 atleti italiani diversamente abili e testimoniare come l’attività sportiva o musicale possa produrre notevoli benefici. Tra cui la nostra andriese Titty Ieva.

Titty raccontaci la tua storia:
“Mi chiamo Nunzia, ma per tutti sono semplicemente Titty. Ho 25 anni e dall’età di 5 combatto un nemico subdolo e spietato.
Proprio così…, nel lontano 2001, ho ricevuto una diagnosi nefasta: una malattia rara mi avrebbe consumata nel giro di pochi anni.

L’unica speranza era aggrapparsi a un trapianto di cellule staminali, possibile solo in un centro d’eccellenza, a 1000 chilometri da casa.
E’ stato un percorso molto duro, pieno di ostacoli e complicanze, ho attraversato fasi difficilissime che temevo di non superare.

Ma la mia tenacia, l’amore della mia famiglia e soprattutto la mia vulcanica voglia di vivere hanno fatto la differenza e mi hanno portato a non arrendermi mai qualsiasi cosa accadesse.
È meraviglioso per me immaginare che la mia esperienza possa stimolare chiunque a non mollare, nonostante il destino avverso.

Tutta questa sofferenza mi ha portato a leggere il libro della vita con occhi diversi: a comprendere meglio chi è in difficoltà; a guardare ogni situazione secondo una prospettiva nuova; ad apprezzare e valorizzare ogni singolo istante della mia vita con una sensibilità estremamente raffinata.

Non rinuncio a tutte le cose che mi rendono felice: da 5 anni ho ripreso a ballare, passione che ho avuto sin da piccola ma che, per molto tempo, non ho potuto coltivare a causa della mia salute precaria.
Ciò è stato possibile grazie alla mia forza di volontà ma anche all’incontro con un insegnante speciale: Gianpaolo Brescia che, senza remore o tentennamenti, mi ha accolto nella sua scuola.

Per me non è solo un bravo maestro, è anche un amico, un confidente, un fratello maggiore. Ha saputo riconoscere le mie abilità residue e potenziarle, orientandole in una direzione estremamente motivante per me.
La danza mi permette di emozionarmi e, nel contempo, di regalare a chi sa guardarmi con occhi sinceri, la mia immensa e autentica gioia.

Al di là delle trasmissioni televisive a cui ho partecipato o dei premi vinti, quello che conta è ciò che provo io quando mi muovo mentre le note musicali danzano intorno a me.
Non c’è limitazione, scompare ogni dolore, mi sento una farfalla libera di volare sempre più in alto.

Devo dire, però, che il mio insegnante rappresenta un’eccezione… la regola è ben altra purtroppo. Costantemente mi scontro (più che incontro) con i canoni standard di quella che io amo definire “la società disintegrata” dove c’è solo posto per l’apparire e non per l’essere; dove io appaio in funzione della mia disabilità e non in quanto persona unica, irripetibile e diversamente abile esattamente come ciascuno di noi; dove quando passeggio mi sento osservata, come se fossi un marziano; dove spesso, anche solo attraverso uno sguardo, leggo falso pietismo o sorda indifferenza.

Col tempo ho imparato a gestire le mie reazioni emotive.

Il senso di ingiustizia e la rabbia si sono convertite in energia positiva e impegno finalizzato ad azioni di sensibilizzazione nei confronti della diversabilità. Una ragione in più per provare al mondo che, anche tra mille difficoltà, l’esistenza può essere straordinaria“.

- Pubblicità -spot_img
- Pubblicità -spot_img

ATTUALITA'

- Pubblicità -spot_img
- Pubblicità -
- Pubblicità -spot_img

Leggi anche

spot_img

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui