Lui è un andriese sulla cinquantina e si presenta come Salvatore T. (usa sempre lo stesso nome e cognome ma non è dato sapere se sia vero).
Il modus operandi è sempre lo stesso:
“Ciao sono Salvatore, non ti ricordi di me?, qualche anno fa mio figlio ha fatto la comunione e tu gli hai fatto le foto, non ti ricordi?
A qual punto lo sfortunato fotografo, cercando di ricordare temporeggia, finché Salvatore non aggiunge:
“in passato ti ho dato tanti soldi, ora mi servono 20€ per ritirare le medicine a mio figlio che sta tanto male…” condendo il tutto con terapie, tragedie varie, etc.
A quel punto il professionista, anche se intuisce il tutto, vista l’imponente statura dell’uomo e forse con la speranza di fare una buona azione, molla il denaro senza pensarci troppo.
Al momento, i fotografi andriesi “truffati” che hanno segnalato la disavventura sono almeno una decina in una ventina di giorni.
Il termine è virgolettato di proposito poiché noi speriamo davvero che si tratti solo di una misera truffa e che non ci sia realmente un bambino malato. Ma anche se così fosse, non è certo questo il modo di racimolare soldi.
Non è chiaro al momento se questo tipo di truffa avvenga solo tra i fotografi o se ci sono altre categorie prese di mira.
Proprio per questo motivo pubblichiamo questo articolo e invitiamo i nostri lettori a segnalare episodi simili.