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giovedì, 26 Dicembre 2024
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Condannati per reati di tipo mafioso percepivano l’RdC: denunciate 109 persone tra Bari e Bat

I soggetti denunciati avrebbero percepito illecitamente tale beneficio economico per un ammontare complessivo di oltre 900 mila euro

I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari, a conclusione di complesse indagini finalizzate a verificare la regolare percezione del “reddito di cittadinanza”, hanno denunciato alle Autorità Giudiziarie inquirenti di Bari e Trani complessivamente 109 soggetti, in quanto avrebbero percepito illecitamente tale beneficio
economico per un ammontare complessivo di oltre 900 mila euro.

In tale contesto è stato già disposto il sequestro di consistenti disponibilità finanziarie, provento del reato, nonché delle “carte postamat RDC” utilizzate dagli indagati per il
prelevamento del sussidio.

L’operazione, convenzionalmente denominata “Veritas”, rappresenta l’epilogo di articolati
approfondimenti investigativi svolti dalle Fiamme Gialle baresi a tutela della spesa pubblica nazionale. In particolare, per definire i target da sottoporre a controllo, si è proceduto a individuare i soggetti gravati da una sentenza di condanna definitiva per il reato di associazione di tipo mafioso o per altre gravi fattispecie delittuose aggravate dal “metodo” e/o dalla “finalità” mafiosi.

I dati così acquisiti sono stati incrociati con le pertinenti risultanze estrapolate dalle banche dati in dotazione alla Guardia di Finanza, isolando 109 soggetti residenti nella Città Metropolitana di Bari e nella provincia BAT da sottoporre ad accertamenti.

In stretta e costante sinergia con le competenti Direzioni Provinciali dell’I.N.P.S., i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari hanno poi acquisito la documentazione – prodotta dai soggetti condannati o dai componenti dei rispettivi nuclei familiari – concernente la richiesta del sussidio, disvelando la commissione di condotte illecite di diversa tipologia.

Dalle indagini è, difatti, emerso che – in violazione della normativa di riferimento – numerosi
richiedenti il beneficio (prima o dopo la presentazione della relativa istanza all’I.N.P.S.) hanno omesso di comunicare di essere gravati da una sentenza penale di condanna
definitiva
, emessa dalla competente Autorità giudiziaria nel decennio precedente, per il reato di associazione di tipo mafioso o per altre fattispecie delittuose connesse ad attività
mafiose.

Tra gli indebiti beneficiari del “reddito di cittadinanza” è stato individuato un esponente di spicco di un clan attivo nel territorio della provincia di Barletta-Andria-Trani, condannato in via definitiva, oltre che per il reato di associazione mafiosa, anche per il tentato omicidio di un affiliato alla fazione criminale opposta.

In altri casi è stato, invece, appurato come i componenti dei nuclei familiari percettori
(prima o dopo la presentazione dell’istanza) avessero omesso di comunicare all’I.N.P.S. la
presenza di un soggetto convivente gravato da siffatti precedenti penali o in stato
detentivo.

Nello specifico è stata accertata l’illegittima erogazione del beneficio ai conviventi di boss ed esponenti di primo piano della criminalità barese (clan “Capriati” e “Di Cosola”) e di quella attiva nel territorio della provincia di Barletta-Andria-Trani (clan “Cannito-Lattanzio”), condannati in via definitiva per il reato di associazione di tipo mafioso,
oltre che, in taluni casi, per omicidio, traffico di sostanze stupefacenti e detenzione di armi.

Gli esiti delle investigazioni svolte sono stati comunicati anche ai competenti uffici dell’I.N.P.S. per l’adozione dei prescritti provvedimenti di decadenza o di revoca dei
benefici illecitamente erogati e per l’avvio delle necessarie azioni di recupero dell’indebito
percepito.

L’operazione di servizio si inquadra in una più ampia strategia attuata dalla Guardia di
Finanza di Bari – in stretta sinergia con le Procure della Repubblica di Bari e Trani, nonché
con le competenti Direzioni Provinciali dell’I.N.P.S. – finalizzata a contrastare l’infiltrazione
della criminalità organizzata nell’economia legale nonché l’illecita percezione delle risorse
pubbliche destinate a persone in effettive condizioni di difficoltà finanziaria.

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