Riportiamo di seguito una lunga lettera aperta rivolta all’ormai ex sindaco Cannito da parte di uno degli altrettanto ex consiglieri comunali (inizialmente a sostegno del sindaco e dunque di maggioranza) Giuseppe Dipaola che ha votato la mozione di sfiducia verso il sindaco Cannito lo scorso mercoledì 13 ottobre in consiglio comunale.
“Le risposte non date in Consiglio.
Ho creduto dal primo giorno nell’uomo Cannito come Sindaco capace di guidare una maggioranza di Liste civiche.
Da sempre ho sempre militato in Liste civiche: Patto per l’Italia, Vivi Barletta, Buona Politica, Progetto Barletta, tutte formazioni di centro-sinistra.
L’ho fatto perché credo negli uomini, credo che chi decide di impegnarsi in politica lo faccia per dare un contributo disinteressato alla risoluzione dei problemi della propria città e del proprio territorio al fine di migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini senza trascurare una visione progettuale per il futuro stesso della comunità e della città.
Ho sempre preferito il civismo a logiche partitiche.
Quella a suo sostegno è stata una maggioranza particolare, difficile da gestire e bisognosa di capacità di ascolto, coinvolgimento, confronto e condivisione.
Non si può mantenere unita una maggioranza senza che i problemi vengano discussi al suo interno, non si possono risolvere le beghe politiche trattando con i singoli individui, e tantomeno si possono prendere decisioni in modo autoritario per poi chiedere scusa di averlo fatto.
Guardi, Sig Sindaco, lei mi ha definito “Gigante della Politica”.
La ringrazio, ma questo titolo non mi appartiene. Mi sento e sarò sempre una persona umile.
Le nostre famiglie, Sig Sindaco hanno in comune le stesse origini sociali. I miei genitori mi hanno insegnato i principi di Onestà e Lealtà, di Umiltà e Coerenza, di rispetto della dignità altrui. Mi hanno insegnato ad amare il prossimo più di se stessi. Sono tutti principi che mi impegno ogni giorno ad applicare.
Credo di aver svolto il ruolo di Consigliere Comunale in rispetto delle funzioni che la legge gli consente.
Sono e sarò sempre una persona che riconosce i propri limiti e le proprie capacità, senza arroganza e presunzione.
Sono una persona libera che non ha mai chiesto nulla di personale alla politica, mettendosi sempre al servizio dei cittadini.
E se mi ha conosciuto bene sa che non mi venderei mai. Quindi non lo pensi minimamente, non mi è stato promesso nulla. Non ho bisogno di nulla.
Lei accusa i componenti della sua maggioranza che hanno firmato la mozione di sfiducia di obbedire agli ordini di un Consigliere Regionale.
Ma crede che le persone non siano libere di intendere e di volere? Evidentemente la verità è un’altra: quel consigliere ha il pregio di unire, di ascoltare e coinvolgere.
Chi mi ha indotto a firmare quella mozione è stato lei.
Lei ha dichiarato nel suo intervento che in democrazia valgono i numeri. Non c’è bisogno di un gigante della politica per capire questo.
Quante volte le ho chiesto di convocare la maggioranza tutta, di dialogare apertamente con tutti e non singolarmente.
Questo doveva farlo già all’indomani delle elezioni regionali. Ripristinando la giunta priva di assessori che si erano dimessi per non metterla in difficoltà. Lei ha invece continuato a tenere fuori due forze politiche che le hanno fatto opposizione per lungo tempo, almeno sino all’accordo fatto prima dell’approvazione del bilancio consuntivo.
Qui, invece, ha dato importanza ai numeri.
Sapeva benissimo che i numeri erano insufficienti e lo sapevano anche quei consiglieri superstiti. Sono loro i responsabili del termine del suo mandato, perché pur di essere incollati alla poltrona non le hanno suggerito di ricomporre la maggioranza.
E’ proprio vero che il potere acceca le menti. Dovevano chiederle di riflettere, suggerirle che la strada giusta era quella di ritornare alla maggioranza originaria. Non l’hanno fatto.
A differenza loro, io l’ho fatto più volte e sa perché? Non per interesse personale ma perché credevo in Lei come Sindaco, perché desideravo che lei portasse a termine il suo mandato.
Allora mi chiedo, se sa che i numeri sono importanti, perché da fine giugno quando i consiglieri le hanno chiesto di azzerare la giunta politica e nominare quella tecnica fatta di professionisti competenti (i cosiddetti “migliori”) per dare rilancio e sviluppo a questa città che tutti amiamo, non l’ha fatto? Come intendeva amministrare?
Lei invece ha fatto orecchie da mercante e come sua abitudine ha voluto agire sfidando tutti. Ha deciso di nominare assessori da lei stesso definiti “mediocri” e sostenuti da pochi consiglieri insufficienti a garantire una maggioranza sicura.
Quando poi (sempre dopo) si è reso conto dell’errore commesso, si è rivolto al Presidente della Regione dicendogli di essere disposto a fare una giunta di Centro-Sinistra (ammettendo quindi che quella nominata era a sfondo di Centro-Destra).
Qui il civismo è naufragato. E la conseguenza quale è stata? Abbandono della nave di due assessori.
Ma come si poteva immaginare che i firmatari della mozione avrebbero accettato una proposta del genere?
Saremmo stati scorretti, avremmo calpestato la dignità dei colleghi consiglieri e degli assessori nominati.
Noi abbiamo una dignità, siamo leali e corretti. Così come sono stato corretto quando mi ha offerto di nominare un assessore: non avrei potuto mai accettare, non vengo meno alla parola data all’assessore di riferimento del movimento che ho rappresentato.
Sig sindaco non sono e non vorrò mai essere un gigante della politica. Quella mozione è la vittoria della democrazia.
Nessun danno alla Città, non perderemo alcun finanziamento e la vita amministrativa continuerà. A tal proposito, concludo formulando i miei migliori auguri di buon lavoro al commissario prefettizio Francesco Alecci.
Sono certo che dall’alto della sua esperienza sarà in grado di tutelare la città e guidarla serenamente alle elezioni.”
Giuseppe Dipaola