Dopo l’ ennesima mancanza del numero legale del consiglio comunale datato 29 settembre 2021 (con soli 9 consiglieri presenti: Antonucci, Basile Flavio, Dileo, Dilernia, Grimaldi, Losappio, Mele, Memeo e Dibenedetto, e 24 assenti compreso il sindaco, inesistente anche la giunta con la sola eccezione della neo assessora alla Polizia Municipale Elisa Spera) oggi pomeriggio dovrebbe “andare in scena”, in seconda convocazione, la seduta del consiglio comunale in via Zanardelli, ma il condizionale è d’obbligo. Intanto nel merito giungono i commenti del segretario provinciale del PSI (nonché matrice politica dello stesso sindaco Cannito) Silvestro Mezzina e del Capogruppo Consiliare Iniziativa Democratica Barletta Antonello Damato.
MEZZINA
“A seguito delle dimissioni del Sindaco Mino Cannito, appare ormai inevitabile considerare che il civismo, su cui era stata costruita una coalizione di governo cittadino, è fallito sotto i colpi di un insensato personalismo teso a distruggere le funzioni aggreganti e rappresentative dei partiti che negli anni hanno sempre rappresentato un argine alla mania di protagonismo che inevitabilmente colpisce i singoli.
Appare evidente che è necessario recuperare quel senso di comunità che da sempre il Centro-Sinistra ha rappresentato nella nostra città per tentare nell’immediato di dare concretezza ad obiettivi già individuati, a finanziamenti già disponibili, ma in prospettiva a ripristinare un dialogo costruttivo con tutte le componenti sociali che soffrono una crisi di rappresentatività e sognano una società in cui la politica sia al servizio dei cittadini.”
DAMATO
“Il contributo al dibattito sulla crisi politica a Barletta offerto dal Presidente della Giunta pugliese (Michele Emiliano) va considerato, al di là del merito, un importante gesto di attenzione per il rilievo che l’impasse dell’Amministrazione municipale assume nella dinamica più ampia del territorio regionale ed uno stimolo a far presto.
Viviamo una stagione in cui i riferimenti ideologici tendono a farsi sempre più labili, illanguiditi nella militanza civica in cui si fa fatica a riconoscere collegamenti stabili con ideologie storiche, mentre l’unico criterio di giudizio resta l’operato concreto di chi ha la responsabilità di Governo. E questa, riteniamo, deve rappresentare anche nella vicenda locale la chiave d’interpretazione dei comportamenti e della formazione delle maggioranze.
Dunque apprezziamo i contributi al dibattito ma chiediamo a tutti di far presto e di farlo su basi di chiarezza programmatica e politica, perché la Città non può più aspettare e le ambiguità non possono essere accettate.”