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venerdì, 27 Dicembre 2024
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Barletta – Stallo politico, Cannito deve dimettersi?

Intanto il prossimo consiglio comunale è in programma il 29 settembre

Un susseguirsi di comunicati stampa; così ieri, qualche ora prima del consiglio comunale tante le defezioni (da parte delle opposizioni) nella massima assise cittadina anticipate dalle seguenti note stampa da parte del PD (tranne Ruggiero Mennea) di “Coalizione Civica” e di “Cantiere Barletta”.

Segreteria Partito Democratico Barletta e Gruppo consiliare PD la cui nota proviene da: Antonio Divincenzo, Rosanna Maffione, Rosa Cascella e Dino Delvecchio

Non abbiamo alcuna intenzione di essere strumentalizzati. E la decisione di non essere presenti al consiglio comunale di oggi lo dimostra apertamente. Fare da stampella a un’amministrazione che ha tradito il suo mandato e non ha più i numeri per governare, è contrario al nostro modo di intendere la politica. Sono logiche che non ci appartengono. Il Partito Democratico non intende essere complice di un disastro ormai conclamato i cui effetti già da tempo si stanno riversando sulla nostra città. Il sindaco Cannito non può trascinare anche noi nel suo fallimento. Perché di questo si tratta. Di un progetto politico definitivamente naufragato a causa sua. Anziché puntare al rilancio della città mettendo insieme una nuova giunta di alto profilo, il primo cittadino ha preferito confermare quasi tutti gli assessori (che per sua stessa ammissione avrebbero capacità mediocri) e di premiare con nuove nomine quei pochi che ancora gli rimangono fedeli in una maggioranza senza più motivo di chiamarsi tale. Peccato, infatti, che per accontentare questi ultimi, Cannito abbia dovuto scontentare l’intera città, dal momento che questa paralisi amministrativa si ripercuote pesantemente su Barletta. Ha voluto una giunta politica, espressione esclusiva del centrodestra, senza preoccuparsi di segnare in questo modo un punto di non ritorno, dal momento che è stata tradita la fiducia non solo nei confronti della politica ma soprattutto dei cittadini. Le prospettive per terminare questi ultimi due anni non ci sono. Cannito ne deve prendere atto. Il Partito Democratico non permetterà che si tiri a campare, danneggiando ulteriormente la città. Non c’è una maggioranza, non ci sono obiettivi programmatici né possibilità di ricomporre una frattura ormai insanabile. Al sindaco non resta che rassegnare le dimissioni. È un atto dovuto. Per rispetto di quel mandato conferitogli dagli elettori tre anni fa, i cui presupposti, oggi, non ci sono più”.

I Consiglieri di “Coalizione Civica”: Carmine Doronzo, Michelangelo Filannino e  Ruggiero Quarto.

“Dopo aver perso la fiducia della maggioranza dei cittadini e delle cittadine barlettane, il Sindaco Cannito sembra aver perso anche la maggioranza in Consiglio Comunale. Se durante il consiglio di oggi pomeriggio Cannito non avrà i numeri non può continuare a governare senza l’accordo della massima assise comunale e se questo accadrà ci rivolgeremo al Prefetto, perché riteniamo ingiusto ed irrispettoso proseguire un’esperienza ormai di fatto ingessata ed incapace di produrre azioni utili per la città. Contestualmente, stanti le motivazioni politiche che abbiamo espresso negli ultimi tre anni, depositeremo una mozione di sfiducia in modo che con il voto del Consiglio Comunale si sancisca definitivamente la fine di questa sindacatura. Non essendo mai stati attaccati alle poltrone, preferiamo andare a casa, mettere fine alla disastrosa amministrazione Cannito e ridare la parola ai cittadini e alle cittadine che potranno scegliere il miglior futuro per la Città.

Cantiere Barletta”, così come si evince dal sito istituzionale, il gruppo politico è così composto: Massimo Spinazzola, Adelaide Spianazzola, Ruggiero Dicorato, Vincenzo Laforgia, Luigi Dimonte, Giuseppe Rizzi e sempre più vicino anche Giuseppe Dipaola, anch’egli assente ieri in consiglio anticipando le motivazioni della sua non presenza con una nota stampa.

Spalle al muro, è così che il sindaco Cannito adesso si ritrova. E la responsabilità è solo sua. Avevamo tentato in tutti i modi di evitare il tracollo, indicandogli in più circostanze la necessità di una netta inversione di rotta ma siamo stati ignorati e persino accusati di perseguire interessi personali. Adesso, però, i fatti continuano a darci ragione; abbiamo quindi deciso di non essere presenti al consiglio comunale di oggi per non diventare complici di quel tentativo maldestro del primo cittadino di unire i cocci di una nuova giunta, che nuova non è, facendo ulteriormente emergere tutti quei problemi ormai irrisolvibili che Cannito vuole ostinatamente ignorare. E ci risparmi il solito vittimismo, perché non è più tollerabile. Come si può far finta di nulla dinanzi a uno scenario simile? Gli assessori recentemente nominati, per stessa ammissione del sindaco, avrebbero scarse competenze. La maggioranza è in frantumi e la città è costretta ad assistere a un inesorabile declino. In questa condizione, è impossibile anche solo immaginare il tanto auspicato rilancio della città che Cannito continua a sostenere di voler compiere, senza però rendersi conto di non essere in grado di farlo: da soli non si va da nessuna parte. L’incapacità amministrativa del primo cittadino ha causato già sin troppi danni e non permetteremo che altri ce ne siano. Per questo, ribadiamo con fermezza la nostra posizione e invitiamo nuovamente il sindaco a fare un passo indietro, rassegnando le dimissioni, come ultimo atto di un percorso che nel tempo si è rivelato completamente diverso da quello iniziale al quale noi per primi avevamo aderito. Con la differenza che noi, coerentemente e nel rispetto del mandato degli elettori, un passo indietro lo abbiamo già fatto, sfilandoci dalla maggioranza. Adesso, tocca al sindaco”.

Un consiglio quello di ieri, durato circa un’ora per poi dissolversi per mancanza del numero legale, con una posizione a tratti “ambigua” dei tre pentastellati ovvero con Antonio Coriolano (ma non Mariangela Carone e Giuseppe Basile presenti in consiglio) che a quanto pare decise di abbandonare l’aula poiché con soli 15 presenti (il numero era legale) e 18 assenti mancavano i 17 della maggioranza assoluta di cui Cannito è attualmente sprovvisto.

Netta invece la posizione del consigliere regionale e comunale in quota PD Ruggiero Mennea che ha biasimato non solo l’assenza dei colleghi del suo gruppo consiliare ma di tutti i consiglieri assenti richiamandoli al senso di responsabilità verso la città e i cittadini, evidenziando al contempo di non essere a conoscenza del comunicato stampa (di cui sopra) che annunciava l’assenza del gruppo PD in consiglio comunale.

Assente anche il consigliere Giuseppe Bufo (gruppo misto) che pare non sia affatto ottimista sul prosieguo dell’amministrazione Cannito.

È invece odierna la nota del Capogruppo Consiliare di “Iniziativa Democratica Barletta” Antonello Damato, “in coppia” per un “giudizio politico condiviso sulla giunta Cannito” con l’ex consigliere comunale Ruggiero Marzocca attualmente neo assessore con delega alle Politiche Sociali. Una nota, quella di Damato, mediante la quale esorta il sindaco “a riflettere e a trarne le dovute conclusioni” forse anche il capogruppo di I.D. sta invitando il sindaco a dimettersi?   

La crisi politica che attanaglia da mesi il governo di Barletta non può essere considerata alla stregua delle esperienze consumate in un passato in cui i partiti rappresentavano un presidio sicuro per la tenuta delle istituzioni e l’acutezza di una crisi trovava sempre un suo riequilibrio nella forza e nella responsabilità di soggetti politici solidi e partecipati. Oggi ogni consigliatura offre ventagli di nuovi e variopinti soggetti, per lo più civici, che spesso non hanno la forza di durare con quello stesso nome fino alla fine del mandato consigliare. Ne’ le difficoltà del Sindaco Cannito possono essere considerate il prodotto di tatticismi minori, come talvolta è avvenuto in passato, in una logica traversa di negoziati e contrattazioni per un assessore o un presidente in più. La crisi è più profonda e trae le sue ragioni da una sconnessione politica che si è verificata sul piano della platea che sostiene il Sindaco e che continua a imperversare, perché sarà pur vero che viviamo in una stagione post-ideologica, in cui le visioni politiche coerenti sono state dismesse, o contaminate, oppure recuperate solo per essere agitate al momento del voto, ma, tuttavia, esiste una linea di fondo che dà senso alla stessa logica che sostiene il meccanismo dell’elezione popolare del Sindaco sostenuto da una coalizione. Una logica che a qualcuno sembrerà pure un adempimento burocratico, ma che invece è la sostanza politica del voto, per cui il Sindaco si è impegnato nei confronti della Città. Dobbiamo domandarci, pertanto, se quel vincolo che lega il Sindaco alla sua coalizione  sia una questione stringente oppure debba essere considerato un gesto formale rimovibile secondo il bisogno del primo cittadino. La nostra opinione è che quel vincolo politico esista, eccome, e che non sia possibile non creare una frattura irreparabile con la Città e con il corpo elettorale che ha eletto un primo cittadino a capo di una coalizione. Questo è il punto su cui inviteremmo il Sindaco a riflettere e a trarne le dovute conclusioni, con il massimo rispetto per tutte le persone delegate dal Sindaco Cannito a rivestire l’incarico di Assessore Comunale, nei confronti delle quali mai si dovrebbero indirizzare valutazioni e commenti impropri e ingenerosi

Intanto il prossimo appuntamento in via Zanardelli è previsto per il  29 settembre, sarà la volta buona?

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