In merito al nostro articolo relativo agli immobili abbandonati e incompiuti presenti a Barletta, abbiamo chiesto l’intervento, nonché la replica, del sindaco Cosimo Cannito e dell’assessora comunale alle Manutenzioni Lucia Ricatti, i quali congiuntamente hanno espressamente evidenziato quanto segue:
“La questione della scuola di via Morelli, che dovrebbe ospitare circa 800 ragazzi delle superiori, fa capo all’area metropolitana di Bari e non al Comune, infatti il “caso” è stato riaperto a novembre dello scorso anno grazie all’interesse (ovvero la sigla del protocollo tra la Provincia Bat e la Città Metropolitana di Bari) del sindaco Cannito insediatosi nel giugno 2018, ricordando che lo stesso primo cittadino annunciava, dopo la stipula del suddetto protocollo che:
“Tale accordo ha consentito la restituzione del diritto di superficie alla banca e alla ditta esecutrice dei lavori di realizzazione della scuola di via Morelli, nota, appunto come l’ ”incompiuta”.
Nel 2011, con il trasferimento del patrimonio dalla provincia di Bari alla Bat, venne infatti trasferito anche il diritto di superficie del terreno sul quale sarebbe sorta la scuola, dunque l’intera proprietà e non solo la nuda proprietà, privando la ditta costruttrice e la banca del diritto di superficie. Tale situazione aveva portato la ditta Matarrese (esecutrice dei lavori) dopo avere più volte chiesto una rettifica a tale trascrizione, a dover sospendere i lavori, non avendo più il possesso giuridico dell’area, elemento che impediva alla stessa la prosecuzione dei lavori.”
Ad ora – sottolinea il primo cittadino – dopo altri numerosi incontri, si è concordato che sarà l’area metropolitana e non la provincia BAT a dover proseguire e dunque portare a termine la costruzione della scuola. I lavori riprenderanno dopo (non sappiamo quando) che avverrà la sottoscrizione di un accordo tra la banca, l’area metropolitana e l’impresa Mataresse.
Per ciò che concerne la realizzazione della scuola in zona 167 abbiamo candidato un progetto per tre milioni di euro, per il quale stiamo aspettando l’esito, proprio perché in quella zona c’è una notevole presenza di famiglie con bambini in tenera età, pertanto abbiamo ritenuto opportuno individuare quella specifica zona, ovvero tra in via Barberini angolo via De Vecchi, per realizzare una scuola d’infanzia.
Idem per la scuola in via Tatò, laddove si registra una cospicua presenza di bambini, in realtà si tratta di un progetto preesistente messo a punto dalle precedenti amministrazioni; abbiamo captato questo nuovo avviso pubblico indetto dal “Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca” ricandidando, dunque, il progetto.
Invece per quanto riguarda l’ex centro di riabilitazione a ridosso della stessa via Tatò, siamo a conoscenza del fatto – spiegano Cannito e Ricatti – che c’era una convenzione tra Comune e Prefettura per concedere tale immobile in comodato d’uso gratuito a quest’ultima, affinché fosse realizzato un centro per rifugiati ed extracomunitari; nel 2018, quando si è insediata l’attuale amministrazione, il progetto è venuto meno poiché la prefettura ha comunicato di non essere più interessata.
Attualmente, sempre sullo stesso immobile, sono in corso delle trattative tra Comune e Asl che prevedono da parte di quest’ultima la realizzazione di un ambulatorio veterinario o una postazione del 118, ma è tutto ancora in itinere, considerando che nell’ultimo periodo la Asl, cosi come il Comune, sono state totalmente ed inevitabilmente coinvolti nel fronteggiare i problemi legati alla pandemia.
Tuttavia se tali trattative dovessero andare in porto, avremmo altresì la possibilità di liberare quegli spazi, siti nell’area dell’ex distilleria, che attualmente ospitano il succitato ambulatorio, così da poterli destinare, come originariamente previsto, ad alloggi per gli anziani.“