Stamattina, circa 150 Carabinieri del Gruppo di Trani e dei Comandi Provinciali di Bari e Foggia hanno dato esecuzione al decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Trani nei confronti di 15 soggetti, ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata prevalentemente alla commissione di furti di autovetture ed alla ricettazione e al riciclaggio dei pezzi di ricambio, ma anche di rapine a mano armata in danno di autotrasportatori.
Il provvedimento scaturisce dalle articolate e accurate indagini svolte dalle Sezioni Operative delle Compagnie Carabinieri di Barletta e di Andria che, sotto il coordinamento della Procura di Trani, hanno organicamente documentato – a partire dal mese di marzo 2021 – l’esistenza di un gruppo criminale estremamente spregiudicato e dinamico, attivo nelle province di Bari e BAT, i cui associati sono risultati legati fra loro da stretti rapporti di fiducia, costruiti sull’assidua frequentazione reciproca, sulla parentela e sulle pregresse co-detenzioni carcerarie.
L’operatività della consorteria si basa tra i comuni di Andria e Corato, ma si sostiene grazie a un raccordo stabile e “intelligente” con i sodali cerignolani, addetti al riciclaggio e alla ricettazione della refurtiva, la cui inesauribile “domanda” di pezzi di ricambio, alimenta la pressoché quotidiana ricerca di autovetture di recente immatricolazione e prestigiosi marchi, ritenute appetibili e immediatamente negoziabili su quel redditizio mercato clandestino.
Le approfondite indagini hanno fatto emergere la pericolosità e l’invasività dell’organizzazione, nonché la pervicacia criminale e la determinazione collettiva dei singoli associati, che hanno dato prova di estrema duttilità esecutiva e abilità nel superare ogni difficoltà, dimostrando totale freddezza nell’ottimizzazione delle risorse e nell’interazione a distanza, anche quando ricercati da elicotteri delle Forze di polizia durante la commissione dei furti e la “cannibalizzazione” delle vetture.
I 4 promotori, andriesi, coratini e cerignolani hanno organizzato il sodalizio in maniera stabile e professionale, con chiara struttura gerarchica interna, collaudate procedure d’azione e razionale ripartizione dei compiti, secondo un protocollo di impiego standardizzato, ma con incarichi fungibili per lo svolgimento indistinto di funzioni promiscue.
In particolare, è stata riscontrata l’esistenza di:
- una squadra operativa attiva quasi ogni notte nel territorio della BAT e del nord barese, incaricata dell’esecuzione materiale del furto di 1 o 2 autovetture, poi trasportate nelle campagne di Andria, Barletta e Canosa, anche a “spinta” grazie a una cd. “auto muletto”;
- varie squadre di cd. tagliatori che intervengono successivamente per sezionare e “cannibalizzare” le macchine, le cui carcasse rimangono abbandonate fra gli ulivi o i vigneti;
- una squadra di ricettatori che caricano i pezzi in appositi furgoni e li consegnano all’alba presso 6 diversi depositi di Cerignola.
Ulteriori elementi circa la pericolosità e la professionalità del sodalizio si deducono inequivocabilmente dal fatto che gli associati disponevano di:
- una cassa comune con ampia disponibilità di denaro per la retribuzione dei sodali e per gli investimenti nell’attività illecita, quali l’approvvigionamento di beni strumentali;
- basi logistiche e nascondigli tra Andria e Corato;
- luoghi convenuti per incontri e rendez–vous durante lo svolgimento delle attività criminali, commesse anche utilizzando un gergo convenzionale;
- una cd. “auto veloce”, due furgoni per il trasporto delle componenti meccaniche e di carrozzeria appena sezionate, altre due autovetture per i servizi di “staffetta” lungo i percorsi di consegna dei pezzi e di “bonifica” dei luoghi nei quali operare;
- targhe rubate o cessate, da apporre sui veicoli usati per la commissione dei reati;
- armi, strumenti di effrazione e vari cd. “jammer” per inibire i segnali di trasmissione di eventuali microspie e gps collegati ai sistemi antifurto della auto appena rubate.
Gli indagati sono ritenuti a vario titolo gravemente indiziati di aver commesso, in poco più di 2 mesi:
- 22 furti di autovetture, con contestuale riciclaggio dei pezzi “tagliati”;
- la rapina a mano armata del 1° aprile u.s., in Bitonto (BA), allorquando sulla S.P. 231, cinque di loro travisati e armati di un fucile a canne mozze, avevano sequestrato un autotrasportatore, sottraendo i prodotti alimentari trasportati nel suo furgone frigo.
Infine preme evidenziare che l’urgenza con la quale la Procura di Trani ha emesso il decreto di fermo a carico degli indiziati – per i quali viene contestualmente richiesta, al GIP del locale Tribunale, l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere – scaturisce anche dalla necessità ineludibile di interrompere la pianificazione e l’imminente realizzazione, da parte di alcuni membri del sodalizio, di una rapina a mano armata presso un ufficio postale di Andria, con assalto al portavalori che effettua la consegna del denaro.
La maggior parte degli arrestati sono andriesi e si tratta di:
- Savino Di Trani (classe 1955),
- Giuseppe Di Vincenzo (cl. 83),
- Nicola Leonetti (cl. 77),
- Francesco Zingaro (cl. 81),
- Michele Di Stefano (cl. 84),
- Sabino Giorgio (cl. 80),
- Nicola Pietrangelo (cl. 88).
Tra gli arrestati anche alcuni cerignolani: - Cristofaro Marinaro (cl. 75),
- Nicola Perchinunno (cl. 73),
- Morra Gerardo (cl. 96).
Sono di Corato invece: - Cataldo Leuci (cl. 96),
- Daniele Leuci (cl. 77),
- Marchetti Francesco (cl.88),
- Marchetti Giovanni (cl.99),
- Giovanni Varesano (cl. 95).