Ad Andria la soppressione di feste tradizionali, festa patronale, feste parrocchiali e fiera di aprile ha causato enormi danni economici e psicologici agli ambulanti specializzati.
Casambulanti: “Nella patria dell’ambulantato italiano non poteva accadere di peggio”
Disapplicata la legge regionale 35/2020, Savino Montaruli: “Un vero abuso, quelle istanze non vanno presentate”
Sono numerose le manifestazioni, fiere e feste locali tradizionali soppresse nella città di Andria: Fiera di Aprile – Festa Patronale – Fiera dell’Epifania – Fiera del Carnevale – Fiera della Domenica delle Palme – Fiera del Giovedì e Venerdì Santo – Fiera della Domenica di Pasqua – Fiera della Madonna dell’Altomare – Fiera del SS. Salvatore – Fiera di San Isidoro a Motegrosso – Fiera della Commemorazione dei Defunti – Fiera di Santa Lucia – Fiera della Vigilia di Natale – Fiera della Fine d’Anno.
Ben 14 manifestazioni soppresse, senza peraltro conoscerne le motivazioni. La vecchia gestione prefettizia ma anche la nuova Giunta comunale, sembra non abbiano minimamente tenuto in considerazione l’enorme danno economico e psicologico subito dalle decine e decine di operatori andriesi specializzati in feste e fiere, rimasti senza lavoro da oltre un anno e mezzo né dei tantissimi partecipanti provenienti da altre città e da altre Regioni d’Italia, come la Campania.
L’autore indiscusso di decenni di lotte sindacali che hanno portato alla calendarizzazione di queste Manifestazioni ad Andria è sicuramente Savino Montaruli che oggi dichiara:
“Posso capire, anche se non lo concepisco, che il commissario straordinario, forestiero, non abbia avuto la minima sensibilità nel proteggere questa categoria importantissima per la città ma che si perseveri su quella disastrosa strada lo ritengo assolutamente intollerabile. Non solo il danno enorme per la categoria lasciata senza sostegni e senza il Diritto di Lavorare da oltre un anno e mezzo ma anche un enorme buco di bilancio comunale per i mancati introiti derivanti da queste manifestazioni. Una situazione assurda. Ricordo che con fatica siamo riusciti ad inserire nel Piano del Commercio comunale tutte queste manifestazioni che sono poi state istituzionalizzate cioè calendarizzate ed ufficiali. La loro soppressione, spesso senza neppure una ragionevole e concertata motivazione, alimenta quel disorientamento istituzionale che continua a portare nel baratro questa comunità, senza alcuna soluzione di continuità”.
Il leader sindacale pugliese interviene anche su un’altra delicatissima questione cioè l’applicazione delle disposizioni di cui alla legge regionale 30 dicembre 2020, n. 35 la quale, all’art. 40 (Misure temporanee straordinarie e urgenti in favore della categoria dei fieristi danneggiata dalle restrizioni alle attività economiche connesse all’emergenza sanitaria da Covid-19) comma 5, recita: “le istanze per l’assegnazione di posteggi in fiere già presentate ai Comuni da parte dei soggetti destinatari delle misure contenute nella presente legge in relazione ad eventi annullati per effetto dell’emergenza sanitaria in corso conservano la propria validità e si intendono presentate per l’edizione successiva dei medesimi eventi fino a che gli stessi non abbiano effettivamente luogo”.
“Perché dal Suap del comune di Andria, che andrebbe profondamente riqualificato e riorganizzato nella sua funzione organica ed organizzativa, stanno chiedendo a quei soggetti rientranti nella disciplina suddetta di esenzione la ripresentazione delle istanze per la partecipazione alle manifestazioni, con ulteriori aggravi di costi e di impiego di tempo prezioso? Queste manifestazioni si faranno? Mai avuta alcuna risposta. Se il nuovo “corso” è questo allora credo che sia un Corso con le luci spente ed Andria non può permetterselo, assolutamente no” – concludono da CasAmbulanti, Associazione regolarmente iscritta nell’Albo comunale delle Associazioni della città di Andria.