Cento anni fa nasceva ad Andria Cinzio Violante, storico medievista di levatura nazionale ed internazionale. I suoi studi, i suoi scritti, la sua passione per la storia medioevale ne hanno fatto uno degli storici italiani più noti.
Andria, dove visse fino ai 18 anni prima degli studi universitari, ne ricorda oggi il centenario della nascita ed il suo prestigio di storico che gli valsero, nel tempo, il ruolo di presidente della Società storica pisana, di membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei, della British Academy di Londra, dell’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres e della Medieval Academy of America.
Andria ha il dovere e l’onore di ricordare e sottolineare l’impegno accademico del Prof. Violante, le sue opere sulla cristianità medioevale, sulla riforma della Chiesa tra il 1000 ed il 1100, sulle istituzioni ecclesiastiche dell’Italia centrosettentrionale nel medioevo, sulla Chiesa feudale e le riforme in Occidente tra il X° ed il XII° secolo. La passione per gli studi di storia medioevale fù precocissima, fin dagli anni del liceo cui seguirà il superamento del concorso per l’ ammissione alla Scuola Normale di Pisa nel 1939. Poi nel 1941 fù militare in guerra, quindi la prigionia e l’internamento nei campi di prigionia tedeschi dal 1943 al 1945, il ritorno in Italia, il ricovero nell’ospedale militare di Catania, nella cui università si laureò in Lettere. Dopo la laurea, fu ammesso come borsista nell’Istituto Croce di Napoli fino al 1948.
Nel 1949 il ritornò a Pisa per il perfezionamento alla Normale, poi l’attività di ricercatore presso l’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo di Roma, la vincita del concorso a cattedra di Storia medievale nel 1959 all’Università cattolica di Milano e nel 1963 il rientro a quella di Pisa per dedicarsi agli studi di storia economico-sociale, senza trascurare la storia locale e la storia ecclesiastica e religiosa. Dunque un accademico di livello internazionale che ha speso il suo talento nelle università italiane più prestigiose e con una vasta e profonda produzione di opere storiche nelle quali emergeva il suo «senso della storia totale» esercitando, da Pisa, dove morì nel 2001, un influsso profondo, per il pieno Medioevo, su una vasta sezione della ricerca nazionale e su alcuni tra i più brillanti studiosi stranieri di storia italiana.
Andria lo ricorda oggi e saprà farlo anche in futuro, non appena sarà possibile, coinvolgendo le università dove insegnò e alcuni dei suoi allievi, mossi dall’obiettivo di conservarne la memoria di studioso, e di storico cattolico, che la città natale non deve e non vuole dimenticare. Ed è esattamente questo il nostro impegno.