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venerdì, 22 Novembre 2024
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Trani – Primo posto per la scuola D’Annunzio nel Concorso Nazionale dell’Ass. Impastato e Castelli

Una grande soddisfazione per le alunne e gli alunni della classe 4^ B e per le insegnanti Barbara Carpentieri, Maria Di Bisceglie e Raffaella Rosa che si sono qualificati primi.

Ancora una bella affermazione per gli alunni tranesi.

Una grande soddisfazione per le alunne e gli alunni della classe 4^ B e per le insegnanti Barbara Carpentieri, Maria Di Bisceglie e Raffaella Rosa che si sono qualificati primi nella categoria Scuola Primaria nel Concorso Nazionale bandito dall’Associazione Peppino Impastato e Adriana Castelli Milano, insieme all’Istituto Comprensivo “Monte Amiata” di Rozzano (MI) ed il Liceo Artistico Fausto Melotti di Cantù e Lomazzo (CO), in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, per  invitare a riflettere sull’importanza della memoria storica del nostro Paese che da tempo è impegnato in una lotta durissima contro la mafia, un Paese che ha pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane tra servitori dello Stato e semplici cittadini.

Il  progetto culturale, dedicato a due donne coraggiose come Lea Garofalo e sua figlia Denise che hanno avuto il coraggio di essere donne libere e di scegliere da che parte stare, nasce dall’importante incontro con una testimone di giustizia la quale, nel corso di un incontro pubblico, ha raccontato le abitudini educative che la cultura mafiosa, quella della ‘ndrangheta in particolare, esercita sui propri figli appena nati, conferendo loro un imprinting indelebile che li segnerà nel processo di crescita a sviluppo culturale: “le mamme della ‘ndrangheta (che non vuol dire necessariamente farne parte ma l’essere cresciuti all’interno di quel contesto culturale), quando allattano i propri figli al seno la prima cosa che gli dicono è: “… tu figlio mio con gli sbirri non ci parli …, tu figlio mio con gli sbirri non ci parli …, tu figlio mio con gli sbirri non ci parli …“ , e questa diventa una vera e propria ninna nanna, una cantilena ripetuta ed interiorizzata nella giovane ed incosciente mente del fanciullo che mai come in questi primi anni di vita è ricettiva degli stimoli e ne fa tesoro.

E’ facile immaginare le conseguenze educative sui ragazzi che ricevono quell’imprinting dalla propria mamma e dall’ambiente culturale che li circonda in un momento particolare e speciale, quello dell’accudimento e della nutrizione, momento in cui il neonato ancor più che in altri momenti si percepisce come unica entità con la madre ed è a lei simbioticamente unito. Quell’unico riferimento, strettamente collegato alla soddisfazione di uno dei bisogni primari, conduce fin da piccoli alla chiusura relazionale verso chi è visto come “nemico” degli ideali della propria famiglia, chi è in netto contrasto con quella mentalità assorbita attraverso l’allattamento e l’affetto materno.

Questi giovanissimi che hanno imparato a disconoscere proposizioni culturali improntate ad affetto, lealtà, socialità, altruismo, condivisione, bellezza, in poche parole tutte le declinazioni possibili dell’amore e dell’amare, non per loro colpa ma perché “addestrati” a pensieri ben diversi, rappresentano il futuro, un futuro pericoloso e all’insegna del crimine e dell’omertà, del sotterfugio e della disonestà, terreni fertilissimi per le mafie. Proprio per questo motivo si rende necessaria un’azione che sia non solo di contrasto agli ideali così precocemente trasmessi, ma di stimoli positivi, incentrati sullo spirito di civiltà e collettività.

Ancora un eccellente risultato per la docente Barbara Carpentieri,che di recente ha preso parte all’incontro con la mamma di Attilio Manca,Salvatore Borsellino, Giuseppe Cassata, Silvia Gissi e la Preside Mansi,un eccellente risultato per  le  alunne e gli  alunni della 4^ B che accolgono tale riconoscimento come il prosieguo di un impegno attivo per la vita, volto a riconoscere e denunciare questi comportamenti spesso ascritti banalmente ad un discorso legato alla mentalità comune, ma che invece sono chiari segni di prepotenze,prevaricazioni, disonestà che ostacolano il percorso di una sana azione di educazione alla Legalità.

In particolare in tale periodo pandemico, in cui indagini statistiche rilevano come  l’individualismo ed il complottismo attraverso i social stanno ulteriormente minando la nostra società, viene ribadita l’importanza di comportamenti improntati alla Legalità ed al rispetto delle regole alla base del vivere sociale battendo sul tempo la trasmissione di disvalori.

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