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lunedì, 25 Novembre 2024
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La Puglia presente all’incontro per dire No alla Mafia

Si è parlato di mafia e non solo nell’incontro organizzato dall’Associazione “Uno Dieci Cento Peppino Impastato ed Adriana Castelli” nelle persone di Silvia Gissi e Pino Cassata, moderato dal giornalista de “ Il Fatto Quotidiano” Alex Colnazzolo

Si è parlato di mafia e non solo, la sera del 26 aprile 2021, una chiacchierata intorno ad un tavolo virtuale tra Grandi Donne e Grandi Uomini accomunati dalla forza e dall’impegno che li ha spinti ad andare avanti nonostante il peso di dolori indicibili.

Si è parlato di mafia e non solo nell’incontro organizzato dall’Associazione Uno Dieci Cento Peppino Impastato ed Adriana Castelli” nelle persone di Silvia Gissi e Pino Cassata, moderato dall’impareggiabile giornalista de “ Il Fatto Quotidiano”, nonché simpaticissimo maestro, Alex Colnazzolo, con la presenza di Angela Gentile Manca, mamma di Attilio Manca, Salvatore Borsellino, fratello del magistrato Paolo e Leader del Movimento delle Agende Rosse, Monica Barbara Mansi, Preside dell’IC “Monte Amiata” di Rozzano, Anna Maria Conoscitore, vice Preside del Liceo artistico “F.Melotti” di Lomazzo (Co) , Del Prete Marina, Malandra Cristina e Trainotti Maria Carla, docenti rispettivamente di Roma, Sondrio e Grosseto, ed ancora Emanuele Boccanfuso, illustratore de “L’eroe dei due mari”sull’annosa questione ambientale a Taranto, Felicita Fenaroli, Presidente dell’Associazione Valeria, Gianni Andrea, giornalista de “Il Giorno”.

Ma all’incontro era presente anche Trani, nella persona di Barbara Carpentieri, per testimoniare  l’importanza di Educare alla Legalità sin dalla piu’ giovane età, al fine di battere la mafia sul tempo.

L’importanza della tempestività è emersa proprio dal ricordo raccolto da Pino Cassata da una testimone di giustizia la quale, nel corso di un incontro pubblico, racconto’  le abitudini educative che la cultura mafiosa, quella della ‘ndrangheta in particolare, esercita sui propri figli appena nati, conferendo loro un imprinting indelebile che li segnerà nel processo di crescita e nello sviluppo culturale:  “le mamme della ‘ndrangheta, quando allattano i propri figli al seno, la prima cosa che gli dicono è: “.. tu figlio mio con gli sbirri non ci parli  …, tu figlio mio con gli sbirri non ci parli …, tu figlio mio con gli sbirri non ci parli  …“ , e questa diventa una vera e propria ninna nanna, una cantilena ripetuta ed interiorizzata nella giovane ed incosciente mente del fanciullo che mai come in questi primi anni di vita è ricettiva degli stimoli e ne fa tesoro.

A pochi giorni dalla nota allarmante diffusa alle testate giornalistiche da parte del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani, Dott. Renato Nitti, in cui si denuncia con amarezza la situazione in cui versa la  Bat per quanto concerne rapine,estorsioni, omicidi volontari, riciclaggio si denaro,spaccio e presenza di mafie autoctone e straniere, forte diventa la necessità di stringere i tempi e promuovere sin dai primi anni di vita la Cultura della Legalità a partire dalle scuole,  per far si’ che vengano riconosciuti nella quotidianità le piccole prepotenze e scorrettezze, quei comportamenti spesso ricondotti semplicisticamente ad una certa mentalità, quali raccomandazioni, prevaricazioni, favoritismi, promesse e ricompense.

Ed è stata  la Preside Mansi a sottolineare  come proprio il suo istituto comprensivo “Monte Amiata” sia diventato  Presidio permanente di Legalità a Rozzano (Milano) , prima in Italia ad avere, dunque, un presidio fisso all’interno di una scuola dell’obbligo e pubblica: l’inizio di un’importante esperienza che si inserisce in un territorio periferico della realtà milanese noto per le situazioni di criminalità dilagante.

Hanno toccato il cuore le parole di Angela Gentile Manca che, dopo anni di lotte perché si riconoscesse che suo figlio Attilio è da annoverare tra le vittime di omicidi di mafia, solo per essere “incappato in qualcosa piu’ grande di lui”, ha trovato nuova forza e nuova linfa per continuare la sua battaglia proprio nel coinvolgimento delle giovani generazioni, hanno toccato il cuore anche di Salvatore Borsellino che in lei ha rivisto sua madre, la madre a cui suo fratello Paolo si recava in visita il giorno dell’attentato.

Persone cariche di esperienze forti e dolorose, sempre pronte e disponibili verso gli altri, con semplicità, con umiltà, qualità tipiche solo delle Grandi Persone.

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