La zona rossa potrebbe essere riconfermata in Puglia da lunedì 12 aprile, pertanto, cosi come è già successo due giorni fa ad Andria, oggi a Barletta, dinanzi a Palazzo di Citta – su corso Vittorio Emanuele – circa 70 rappresentanti appartenetti alle categorie dei parrucchieri, delle estetiste titolari di centri estetici e dei tatuatori, stamane hanno manifestato pacificamente per chiedere a gran voce la riapertura delle proprie attività chiuse ormai da più di tre settimane, ovvero da quando (i primi di marzo) è stata dichiarata la zona rossa.
Con le nuove restrizioni del governo Draghi, tali categorie di lavoratori, sono costretti ad incrociare le braccia, cosa che invece non accadeva, quando in Puglia, nonostante la zona rossa, venivano emanati i dpcm del precedente governo Conte.
Lamentano l’assenza di ristori (per il cambio da parte dell’attuale governo dei codici Ateco) e che ciò nonostante le tasse devono comunque continuare a versarle cosi come i fitti dei propri locali tenendo conto anche dei costi sostenuti a maggio scorso per riaprire in sicurezza le proprie attività; le loro chiusure non hanno fermato l’aumento dei contagi nonché il numero di ricoveri in terapia intensiva: è notizia di ieri che per la terza volta, nel giro di due settimane, la Puglia è risultata prima in Italia per numero di nuovi ingressi in rianimazione con un aumento pari al 64,4% negli ultimi trenta giorni.
“Tagliati fuori dal decreto, tagliati fuori dai codici Ateco e quindi dal decreto ristori, anche perché non riuscivamo, per le attività aperte, a dimostrare un calo del fatturato del 30%, il nostro è un rapporto uno a uno perché lavoriamo su prenotazione” – sostengono alcuni parrucchieri.
Chiedono che si rivedano i criteri delle chiusure in zona rossa e in più affermano: “Non vogliamo ristori, vogliamo lavorare in sicurezza, abbiamo sempre sanificato i nostri locali; con le nostre chiusure si incrementa il lavoro nero di chi svolge le nostre attività a domicilio incrementando così anche i contagi.”