Il cuore, l’elemento che più caratterizza insieme alla mente la nostra persona, è un qualcosa di così prezioso che alle volte dimentichiamo la sua importanza. Ognuno di noi decide di ignorarlo o di seguirlo e la più naturale conseguenza trova completa rappresentazione attraverso le nostre azioni quotidiane. Il nostro animo ci indica la giusta strada, la migliore che potessimo immaginare poichè, in fondo, le cose fatte con il cuore sono sempre le più autentiche e meravigliose. A Canosa di Puglia, nel Sabato Santo della “Vergine Desolata”, i battiti del nostro cuore risultano essere da sempre particolarmente accelerati.
La cittadinanza, molto legata a questo sentitissimo rito, vede in questa Processione uno dei suoi maggiori elementi distintivi. Essere canosini quindi vuol dire, fra le altre cose, aspettare con ansia, attaccamento e trepidazione la “Processione della Desolata”. Inoltre, il connubio religione-cultura, con tanto di valorizzazione del centro storico al passaggio del simulacro, non fa altro che avvalorare l’intero contesto.
Grazie Maestro!
Numerosi fotografi e curiosi invadono la “città di Diomede” e alcuni fotogrammi, come ovvio che sia, restano impressi nelle nostre menti. Questa volta però , a differenza di altre, non vogliamo soffermarci sull’effige della “Vergine Desolata” ma, al contrario, vogliamo rendere omaggio a chi, con assoluta devozione e professionalità le ha reso onore. Lo scorso ottobre, un tragico lutto ha colpito la comunità canosina a causa della dipartita di Mimmo Masotina, storico maestro del coro della “Desolata”.
A proposito di cuore, il grande “Maestro” in tutti questi decenni ce ne ha messo. Venuto a mancare all’età di 92 anni, egli ha guidato per più di 50 anni la suddetta corale sulle note dello “Stabat Mater” dedicando anima e mente. Ogni anno, più di 350 ragazze, hanno avuto l’onore di essere dirette da una persona che ha dato tutto se stesso per onorare la memoria di Maria che piange Gesù ai piedi della Croce.
Le emozioni e gli attimi non possono essere dimenticati da un giorno all’altro. L’intera cittadinanza non può che essere grata ad un uomo, ad un punto di riferimento sempre presente e disponibile che ha lasciato nelle memorie di ognuno di noi molteplici ricordi. Cinquant’anni non sono mica pochi: basti pensare a chi all’epoca era un ragazzino ed oggi si ritrova ad essere un uomo di famiglia. Tutto bene inizio nel lontano 1966, primo anno di Masotina alla guida di un coro composto ai tempi da appena 41 ragazze. In base alle memorie storiche, fu l’allora Parroco della Chiesa dei Santi Francesco e Biagio, Padre Stefano, ad affidargli la direzione del coro raccogliendo così l’eredità dell’organista Michele D’Ambra. A donare invece i primi veli neri con funzione di copricapo fu invece la signora Paradiso che diventa quindi elemento fondamentale della cronistoria.
Di padre in figlio
Anche quest’anno, a causa dell’epidemia da Covid-19, la Processione della Desolata non potrà avere luogo. A distanza di più di un anno dal suo inizio, tutti hanno ben compreso come siano le cose che più diamo per scontato ad essere le più importanti. Mancherà a tutti, ancora una volta, non poter accompagnare Maria “Desolata” per le vie cittadine. Mancherà non poter scrutare gli occhi dei bambini o dei più deboli. Mancherà non poter vedere ali di folla popolare la nostra città, mancherà il “Maestro” Masotina. A lui dobbiamo dire infinitamente grazie perchè con la sua semplicità ha saputo coinvolgere tutto e tutti. A raccogliere la sua eredità sarà, come da alcuni anni a questa parte, suo figlio Enzo. Nelle sue mani il patrimonio artistico e musicale di suo padre che ben ha saputo trasmettere il suo amore verso le proprie origini e tradizioni. Insomma, una questione di famiglia!
Si ringrazia Sabino Carbone e il suo studio fotografico New Grandangolo per le preziose e magnifiche testimonianze fotografiche