“Non si può continuare ad equivocare sull’imposizione di un obbligo vaccinale che spetta allo Stato e non alle Regioni. Si sbandiera come impositiva dell’obbligo la Legge regionale n° 2 del 10/03/202, ma la stessa impone l’obbligo vaccinale solo se previsto da norme nazionali, che al momento non sono contemplate”.
Questa la replica del capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo, rivolta al consigliere Fabiano Amati, dopo la dichiarazione di quest’ultimo circa l’obbligatorietà della vaccinazione anticovid per gli operatori sanitari.
“Al contrario l’Italia, in quanto Stato membro dell’UE, deve attenersi al punto 7.3 e commi successivi della risoluzione del Parlamento Europeo del 11 Gennaio 2021, dove si legge che gli Stati membri devono ‘garantire che i cittadini siano informati che la vaccinazione NON è obbligatoria e che nessuno è politicamente, socialmente o altrimenti sottoposto a pressioni per farsi vaccinare, se non lo desidera farlo personalmente’.
Spiace anche dover confutare affermazioni – continua Zullo – tecnicamente e scientificamente inaccettabili secondo le quali si vuole fare intendere che l’operatore sanitario non vaccinato possa contagiare liberamente pazienti e colleghi. Niente di più sciocco! E’ bene chiarire che il virus può essere trasmesso da chi non è vaccinato e da chi lo è. Al contrario, la persona vulnerabile è il soggetto non vaccinato.
Infatti, la vaccinazione è una misura di profilassi individuale che protegge attraverso immunizzazione attiva il soggetto che si vaccina. Il non vaccinato può infettarsi ma non essendo immunizzato può sviluppare la malattia e trasmettere il virus. Il soggetto vaccinato può infettarsi ma essendo immunizzato non sviluppa la malattia, o la sviluppa in forma lieve, ma comunque può trasmettere il virus al pari di un non vaccinato.
Ai datori di lavoro sono imposti obblighi derivanti dal Decreto Legislativo 81/2008 (Testo Unico sull’Igiene e Sicurezza del Lavoro), e tra questi non è annoverato l’obbligo di sottoporre i propri dipendenti a vaccinazione ma di mettere a disposizione dei lavoratori i vaccini, e nessuna sanzione è prevista per il lavoratore che non intende vaccinarsi.
Il suddetto decreto è, infatti, a tutela del lavoratore in quanto il datore di lavoro di fronte a situazioni in cui si richiedono misure speciali di protezione (soggetto non immunizzato) è tenuto ad attuare le misure indicate dal medico competente, e qualora le stesse prevedano un’inidoneità alla mansione specifica adibisce il lavoratore, ove possibile, a mansioni equivalenti o, in difetto, a mansioni inferiori garantendo il trattamento corrispondente alle mansioni di provenienza.
Ecco perché è ora di finirla con gli equivoci e inappropriate propagande. E’ invece ora di agire con la corretta informazione e con la sensibilizzazione, per favorire la massima adesione alla vaccinazione attraverso il consenso informato, e questo va fatto con maggior rigore proprio con la ripresa dell’utilizzo del vaccino AstraZeneca” – conclude il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo.