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lunedì, 23 Dicembre 2024
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Nuovo attacco criminale alla Murgia: abbandoni illegali di ecoballe: “Terra di nessuno”. FOTO

Decine di ecoballe probabilmente provenienti da aziende che si occupano del trattamento di rifiuti, privi delle caratteristiche per diventare combustibile solido secondario (css)

La denuncia è del giornalista spinazzolese, Cosimo Forina:

“Anche questa volta come per il furto dei binari sulla tratta ferroviaria Gioia del Colle-Rocchetta nel territorio di Spinazzola, testimoni per il rispetto dei luoghi si è rivelato il popolo del web. Ad essere denunciato un nuovo attacco criminale alla Murgia.

Nei pressi di Minervino Murge sono tornati gli abbandoni illegali di ecoballe (plastica probabilmente proveniente da raccolta differenziata, pneumatici, materiale misto triturato). Un fenomeno già registrato in passato, tanto nella stessa Minervino che a Spinazzola, quando ad essere interessato fu il geosito della miniera di bauxite in piena area del Parco Nazionale dell’Alta Murgia.

Eravamo nel 2008, dietro segnalazione di alcuni volontari che scoprirono i rifiuti a Spinazzola, i vigili urbani a Minervino, la procura di Trani aprì un fascicolo, pm Antonio Savasta, i siti vennero sequestrati, la notizia finì sui giornali senza poi riuscire ad individuare colpevoli. La documentazione fotografica in parte pubblicata ed inviata ai fini di denunciare l’episodio alla stampa risale a circa ad un mese fa, queste le coordinate del luogo (41°8’21’’ Nord 16°5’28’’ Est).

Gli scatti raccontano di un ennesimo sfregio del territorio, di una discarica clandestina utilizzata più volte con ancora evidenti i segni lasciati dai pneumatici dei camion.
Decine di ecoballe probabilmente provenienti da aziende che si occupano del trattamento di rifiuti, privi delle caratteristiche per diventare combustibile solido secondario (css) di cui ci si è sbarazzarsi per evitare i costi di smaltimento. Un atto grave che svela come il traffico illegale dei rifiuti non si è mai fermato e che può contare su complicità locali.

Difficile immaginare l’arrivo dei camion in zone impervie senza esserci chi li conduca in aree isolate. Quando del tutto casualmente sono state rinvenute le nuove ecoballe, immediatamente, racconta l’autrice delle fotografie, l’episodio è stato segnalato ai responsabili di Legambiente di Canosa di Puglia e da questi sarebbe partita la segnalazione alla sindaca Lalla Mancini di Minervino Murge.

Quel che preme sottolineare è come la Murgia, priva di adeguata sorveglianza, non certo per colpa dei pochi uomini impegnati nella sua difesa in un territorio vasto, divenga spesso “terra di nessuno” dove a sguazzare liberamente, impunità, è la criminalità.
Questo nuovo episodio di cui si è venuti a conoscenza è uno schiaffo alle aspettative di crescita, di sviluppo di un territorio che ambisce a diventare turistico e custode del patrimonio della sua biodiversità, troppo spesso sotto attacco.

Ed arriva mentre viene accolta festosamente a Minervino e Canosa la pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato (n.01191/2021) sul ricorso dei comuni per l’annullando della determina provinciale Bat (n.1016 del 25 agosto 2017) con cui si autorizzava l’impianto proposto della ditta Bleu per il trattamento e stoccaggio di rifiuti speciali non pericolosi nella cava Tufarelle a confine tra Minervino Murge e Canosa di Puglia.

Sicuramente anche questa volta la procura non mancherà di fare il suo corso, sperando si venga a capo di chi vuole fare della Murgia la propria discarica privata avvelenandola. Ma anche questa volta non si può non sottolineare che senza il senso civico dei cittadini, la loro sensibilità nella difesa dell’ambiente, tutto sarebbe finito in una colpevole indifferenza”.

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