Un tema “caldo” quello delle scuole che inevitabilmente anche ieri sera è stato affrontato dal presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte durante la conferenza stampa sul varo del nuovo DPCM relativo alle festività natalizie; un nodo, quello sulla riapertura delle scuole il 7 gennaio 2021 ovvero dopo le festività natalizie, per il quale il Premier, sollecitato dalle domande dei giornalisti presenti in aula, ha dichiarato:
“A questo governo sta a cuore tutto il comparto scolastico, anche le superiori di secondo grado in questo periodo passate alla didattica a distanza. Vogliamo prevedere per loro lezioni in presenza. Per questo, abbiamo programmato al momento un recupero della didattica in presenza al 7 gennaio. Nel corso del Consiglio dei ministri c’è stata una pausa durante la quale i ministri Azzolina, Boccia, e De Micheli mi hanno informato che i tavoli presso i prefetti stanno funzionando molto bene, con sinergia. Questo ci dà maggiore fiducia per la ripresa in presenza a gennaio. L’obiettivo è creare quella sinergia tra il sistema dei trasporti con la differenziazione degli orari. Non è affatto facile, ma grazie al coordinamento delle prefetture, tutte le istituzioni che hanno un ruolo sono state coinvolte. Rimaniamo convinti, alla luce dei dati acquisiti, che la scuola non sia focolaio. Tutto quello che è attorno va però trattato con cura, tenendo presente che vi sono centri più piccoli che rispetto ai grandi hanno esigenze “completamente diverse”.
Considerando altresì le rassicurazioni del viceministro della Salute Pierpaolo Sileri che nei giorni scorsi ha affermato: “Le scuole riapriranno il 7 gennaio 202. Fondamentale per il ritorno alla didattica in presenza sarà trascorrere un Natale di sacrificio e prudenza”, abbiamo ritenuto opportuno sviscerare il tema “scuola” chiedendo il parere delle parti sociali rivolgendo, nello specifico, alcune domande al segretario della UIL Scuola BAT Raffaele Delvecchio; segretario UIL ormai da due anni già responsabile BAT della medesima sigla sindacale.
- Alla luce di quanto dichiarato ieri in conferenza stampa dal premier Giuseppe Conte a suo avviso è realmente fattibile una riapertura delle scuole, dunque un ritorno per tutti alla didattica in presenza il 7 gennaio 2021, sulla base delle restrizioni previste nei giorni festivi e prefestivi, dal 24 dicembre al 6 gennaio, che istituiscono “zona rossa” su tutto il territorio nazionale?
Sembra quasi di sfogliare la margherita: “la scuola si apre, la scuola non si apre. Riteniamo che allo stato attuale non ci siano le condizioni per riaprire in sicurezza le scuole dal 7 gennaio. Si prevede un’ondata peggiore rispetto all’autunno e non abbiamo notizie rassicuranti sul potenziamento del trasporto scolastico. Purtroppo, qualcuno dovrebbe assumersi la responsabilità di ciò che non è stato fatto per scuola né ora, né negli anni passati. È un problema culturale, lo diciamo da tempo, sulla scuola sono necessari investimenti strutturali e non occasionali.
- La UIL ha già mostrato una netta presa di posizione contro la decisione del duo Emiliano- Lopalco di sospendere l’attività didattica in presenza dallo scorso novembre, quando con l’ordinanza regionale numero 407 del 28 ottobre 2020 lo stesso presidente Emiliano dispose la “chiusura delle scuole” optando per la cosiddetta didattica a distanza; attualmente la vostra posizione è rimasta immutata?
Inizialmente non avevamo dati forniti dalla regione, ma quando abbiamo ricevuto i primi dati, per la verità molto tardivamente, abbiamo fatto un’analisi con l’esecutivo regionale della Uil Scuola addivenendo alla determinazione che le scuole andrebbero chiuse per un periodo, il più breve possibile, al fine di ridurre le occasioni di contagio e mettere in sicurezza anche i lavoratori della scuola dell’infanzia e gli alunni con BES. Giudichiamo la delibera regionale sbagliata perché entra a gamba tesa sull’autonomia scolastica, dettando regole sulla didattica e di fatto riducendo la scuola a mero self service. La nostra posizione dunque resta uguale.
- Qual’ è invece la posizione dei presidi e dei docenti in merito alla Didattica Digitale Integrata? Prevale la linea del SI o del No alla DDI?
La Regione Puglia persevera su un percorso che in queste settimane si è rivelato fallimentare, ovvero quello della scuola come servizio a domanda individualizzata, facendo affidamento su un sistema che ha già dimostrato totale inadeguatezza come la DDI (didattica digitale integrata). La didattica digitale integrata non è prevista da alcuna norma di legge e non da garanzie di sicurezza e di ricaduta positiva poiché non è possibile gestire una classe con una parte di alunni in aula e una parte a casa.
- Quali soluzioni alternative proponete pur di scongiurare un ritorno a gennaio della DDI ?
Le nostre proposte le facciamo da tempo con presidi sanitari in ciascuna scuola, potenziamento dei trasporti, didattica a distanza per tutti qualora non sia possibile rientrare in presenza e non didattica digitale integrata che è cosa ben diversa.
- Che scuola sarà quella del 2021 nella BAT? Quali strascichi lascerà a suo avviso la pandemia nella forma mentis dei ragazzi di scuole medie e superiori e dei bambini di scuola elementare?
La scuola della BAT mi auguro, sarà quella della Costituzione, una scuola funzione dello Stato e non servizio. Una scuola su cui è necessario investire e rispetto alla quale è necessario cambiare atteggiamento da parte della politica, nel senso che la scuola va messa al centro degli investimenti di questo paese. I nostri ragazzi sono penalizzati fortemente per il fatto che non sono state assunte le necessarie misure per far ripartire effettivamente la scuola.