A stigmatizzare l’atteggiamento dei quattro consiglieri regionali del M5S a poche ore dall’insediamento del nuovo consiglio regionale a quanto pare “giallo-rosso” (come lo è il governo centrale) era già stato il commissario provinciale di Forza Italia Bat Luigi De Mucci, a cui ha fatto contestualmente seguito, anche il duro commento (riportato di seguito) del senatore barlettano, anch’egli “forzista”, Dario Damiani.
“Il Movimento 5 Stelle anche in Puglia si arrende alla seduzione delle poltrone e si stringe al Partito Democratico in un primo abbraccio ufficiale.
La vicepresidenza del Consiglio va, infatti, al consigliere pentastellato Casili”.
È il commento del senatore di Forza Italia Dario Damiani alla notizia del raggiunto accordo fra PD e M5S, avversari alle recenti amministrative regionali.
“La palese sofferenza della sfidante alle regionali per la presidenza Antonella Laricchia, alla quale va tutto l’onore delle armi per aver combattuto questo accordo prima fuori con Emiliano e poi dentro il suo Movimento, non intenerisce affatto i suoi colleghi.
Che incassano l’ok dei vertici nazionali e vanno spediti adesso verso la nomina in Giunta con l’assessorato al Welfare.
La ricetta perfetta del tradimento elettorale si consuma dunque in Puglia, dove chi ha votato per mandare a casa sua Emiliano adesso se lo ritrova addirittura convivente e congiunto.
L’ultima parola pare spetterà agli iscritti sulla famigerata piattaforma Rousseau ma immagino si convinceranno facilmente “per il bene dei cittadini”, come sosteneva qualche giorno fa la consigliera Barone, probabile assessora in pectore.
Mi auguro invece che i cittadini-elettori, proprio per il loro bene al prossimo giro si ricordino del trasformismo opportunista di un movimento nato anticasta e diventato un tutt’uno persino con gli arredi delle aule del “potere” e li condannino finalmente all’irrilevanza politica”, conclude il senatore azzurro.
Non si è fatta attendere la replica (che riportiamo i seguito facendo riferimento ad un post pubblicato su Facebook dal consigliere comunale barlettano Giuseppe Basile) dei tre consiglieri comunali e degli attivisti pentastellati barlettani, i quali hanno dichiarato il loro “dissociarsi” dal comportamento dei 4 consiglieri regionali afferenti alla stesso Movimento 5 Stelle.
“I consiglieri comunali e tutti gli attivisti firmatari del Movimento 5 Stelle di Barletta intendono dissociarsi dalla condotta politica che 4 consiglieri regionali eletti stanno tenendo, accettando ruoli e poltrone normalmente appannaggio della maggioranza che ha vinto le elezioni regionali dello scorso settembre.
Il responso delle urne è stato chiaro e non dà adito ad interpretazioni diverse dal fatto che i pugliesi hanno scelto di mandarci all’opposizione di Emiliano, da cui abbiamo sempre manifestato, durante tutta la campagna elettorale scorsa, la nostra lontananza e il nostro essere alternativi al suo modo di intendere la politica e gestire la cosa pubblica.
Una visione lontana anni luce da quella del Movimento 5 Stelle impegnato con Antonella Laricchia a cercare di dare una prospettiva diversa alla Puglia.
Negli ultimi 5 anni il nostro gruppo consiliare in regione ha combattuto questa visione ed evidenziato ad ogni occasione le mancanze e gli errori che hanno costellato l’amministrazione Emiliano, a partire dalla gestione dei PSR e della politica agricola, fino allo scempio della sanità pubblica con il caos e i disastri che la pandemia di Coronavirus sta mettendo in evidenza.
L’incapacità e l’incompetenza di Emiliano e dei suoi assessori trova nella situazione socio-sanitaria attuale della BAT la sua massima espressione, difficilmente si sarebbe potuto fare di peggio. Neanche volendo.
Per questo consideriamo inaccettabile che 4 singoli consiglieri regionali, senza rendere conto del loro operato al territorio di appartenenza, senza neanche attendere una consultazione che comunque consideriamo assurda, in modo del tutto autoreferenziale e verticistico, decidano di intraprendere un percorso di collaborazione con il presidente Emiliano, con l’avallo di un capo politico reggente ( ovvero Vito Crimi) che non ha nessun mandato per poterlo fare, sostituendosi agli iscritti, alle loro deliberazioni e alla loro volontà.
Abbiamo affrontato una campagna elettorale difficile che ci ha visti, sin dalle prime battute e dalla sua impostazione iniziale, posizionarci su idee e progetti ben precisi.
Alternativi a destra e sinistra, che rappresentano tuttora modelli fallimentari di gestione.
Abbiamo presentato le nostre proposte in ogni angolo della Puglia gridando forte la nostra diversità e la nostra coerenza a valori e principi insindacabili.
Se per qualcuno quelle parole erano solo propaganda politica e vuote promesse elettorali, di certo non lo erano e non lo sono per noi, che rivendichiamo la coerenza di seguirli, anche se queste ci portano all’opposizione.
Non siamo disposti a barattare coerenza e principi per qualche poltrona e giudichiamo risibili e strampalate le giustificazioni di chi vuole solo accordarsi perché giudica inconcludente e troppo faticoso stare altri 5 anni all’opposizione.
Pretendiamo che i nostri portavoce eletti seguano la stessa linea, rispettando quanto detto, non solo in campagna elettorale, ma in tutti questi anni di lotta in consiglio regionale contro chi ora cerca di comprare per quattro soldi un intero movimento politico tramite pochi personaggi che non ne hanno né il diritto né la proprietà.
Pretendiamo quindi che i consiglieri regionali Dibari, Barone, Casili e Galante, rispettino non solo i tantissimi pugliesi che hanno votato il Movimento 5 Stelle pensando di votare per una alternativa alla vecchia politica, ma anche i tantissimi portavoce locali e attivisti che si sono impegnati a fondo in una campagna elettorale che li ha visti rieletti grazie al loro impegno.
Che non può essere calpestato e ignorato in questo modo. Per il bene non solo del Movimento pugliese ma anche della intera politica regionale, che di trasformisti e voltagabbana ne ha già visti tanti, anzi troppi. “