Se è vero che il Covid 19 ci sta letteralmente angosciando il presente e rendendo sempre più cupo il futuro, è altrettanto vero che questo nuovo “mostro” ci sta letteralmente cancellando il passato, portandosi via, brutalmente ed accanitamente, i nostri anziani, l’unico, autentico patrimonio e cordone ombellicale con la memoria storica della nostra comunità.
Oggi Andria piange, accanto ad altre (troppe) vittime silenziose del virus, il dottor Riccardo Losito, un gentiluomo di antico stampo (sì, antico è l’aggettivo giusto, perché ciò che è vecchio prima o poi si getta via, mentre ciò che è antico, si custodisce gelosamente e con cura per il suo valore più intimo), uscito di scena in punta di piedi così come in punta di piedi aveva vissuto.
Il dott. Riccardo Losito interpretava al meglio l’indissolubile legame che lega un andriese verace alla sua Terra di appartenenza. Discendente da più generazioni da una nota famiglia di proprietari terreni, nonostante gli studi in Farmacia e la libera professione di farmacista esercitata per oltre diciassette anni, aveva avvertito forte, fin da subito, il richiamo della Terra. Ragion per cui l’agricoltura e l’olivicoltura – dopo la famiglia – sono stati per tutta la vita la sua grande passione, prima ancora che il suo certosino lavoro.
Questo rapporto quasi viscerale con la Terra lo trasportò anche nei suoi numerosi e brillanti incarichi extra lavorativi: fu fondatore della delegazione andriese di Confagricoltura Puglia e dirigente provinciale della stessa organizzazione per più mandati; componente del CdA del Consorzio di Bonifica Terre d’Apulia; Amministratore e Presidente, per circa trent’anni, del Consorzio Guardie Campestri di Andria; amministratore e presidente di altre numerose realtà consortili e cooperative del mondo agricolo locale e provinciale.
Sempre schivo e refrattario alle luci dei riflettori e delle ribalte politico sindacali, si prodigava per dare sostegno e sviluppo al comparto agricolo, sforzandosi di creare maggiori e più concrete opportunità di lavoro per i suoi conterranei. Era l’amico di tutti e benvoluto da tutti, stimato per la sua onestà e correttezza morale.
Dietro un carattere apparentemente burbero nascondeva un animo assai generoso e sempre disposto alla solidarietà ed alla beneficenza silenziosa: retaggio di una educazione rigidamente salesiana ispirata agli insegnamenti di don Bosco e don Villani che aveva maturato frequentando già da bambino l’oratorio salesiano.
Ai suoi due figli, gli avv.ti Francesco e Stefano, va il sincero abbraccio della Redazione di BatMagazine.