L’ingresso con la mascherina, il cervello del maschio e le freak, che finalmente ridono
“Prego, ricordi di tenere indossata la mascherina”
“Ma si figuri!
Entro, puntualmente in ritardo (c’era un traffico della miseria anche se nessuno è andato a votare), sono al seminario vescovile di Andria. Naturalmente lo spettacolo “La Divina Commediola” è già cominciato! Sul palco Giobbe Covatta ha appena disegnato alla lavagna una circonferenza ovoidale.
Dice che è il cervello dell’uomo, “decisamente più semplice rispetto a quello della donna. Dovete sapere che il 97% del cervello maschile è occupato dal sesso. Di questa percentuale, il 94% è sesso teorico, il 3% è pratico. Di questo 3%, il 2.5% è sesso in solitudine, lo 0.5% è in compagnia”.
Nella platea, le spettatrici con gli orecchini con il simbolo della pace comprati d’estate al mercatino dei freak, se la ridono di gusto.
Oggi ho mal di testa!
Ma Giobbe è in formissima, recita, ride e ormai vai avanti da solo, non lo ferma nessuno, e soprattutto, non risparmia nessuno. È una goduria, già, è uno spettacolo! Dalla cellula OHMDT (OGGI HO MAL DI TESTA) che nel cervello della donna si sviluppa già a 11 anni ed esplode con la menopausa, ad un millepiedi africano di passaggio (“talmente grande che ad ogni piede calza 42”) a Gaber. “Avrebbe detto: non temo Trump in sé, ma Trump in me“.
Improvvisamente Covatta si ferma e comincia a leggere qualcosa che da’ di Divina Commedia, aspetta, forse è una parodia, c’è Virgilio che parla. Ma come dice Erri de Luca (di cui non ho mai letto un libro), per raccontare a voce ci vuole la lingua napoletana, che incolla bene la storia e la fa vedere. Il napoletano è romanzesco, fa spalancare le orecchie e pure gli occhi”. E infatti, preferisco adesso che sta ricominciando a parlare senza leggere.
“Riflettete sulla lotteria della vita?”
“La lotteria di nascere da una parte del mondo o da un’altra? Io vi volevo leggere una breve novella: quando guardo da quella parte(a sinistra) faccio il nascituro italiano, quando guardo da quest’altra (a destra), faccio il nascituro del Burundi“.
Guarda a sinistra: “Sto per nascere, sto a testa in giù, un medico mi prende”
Guarda a destra: “Sto per nascere, sto a testa in giù, cadd p’ a capa ‘nderr”
Guarda a sinistra: “Dentro era tutto nero, fuori invece è candido, la sala parto”
Guarda a destra: “Dentro era tutto nero, fuori invece pure, ado’ cazz so nat”
Guarda a sinistra: “Cerco le zizze di mamma, sanno un po’ di silicone, ma il latte è buono”
Guarda a destra: “Cerco le zizze di mamma, son nere pure quelle. Non ci sarà mica la coca cola dentro”
Guarda a sinistra: “Mi mettono in un lettino caldo, sto come un Dio”
Guarda a destra: “Mi mettono in una mangiatoia, dicono come un Dio. Secondo me, mi pigliano per il culo”
Guarda a sinistra: “Mamma ride perché sono nato con i capelli lunghi, è raro”
Guarda a destra: “Mamma ride perché sono nato senza l’AIDS, è rarissimo”
Guarda a sinistra: “Quasi quasi piango, così mi danno il ciuccio”
Guarda a destra: “Quasi quasi piango… Non mi caga nessuno. Quasi quasi, smetto”
Guarda a sinistra: “Sono contento perché la cicogna mi ha portato in Italia”
Guarda a destra: “Sono nato nel terzo mondo e se acchiappo la cicogna le faccio nu mazz a tarall a ‘sta cess”
Morti di covid e morti di fame
Applausi scroscianti, tutti ridono, lui niente pausa e riprende a leggere Virgilio. Io mi guardo attorno, siamo tutti con le museruole, felici finalmente di dedicarsi un’ora e mezza di risate senza pensare a niente. Eppure mi rimbalza in testa la frase che ha detto poco fa:
“Ogni giorno muoiono di fame tante persone quante in Italia ne sono morte col covid dall’inizio ad oggi”.
Il tema finalmente l’ho capito, è l’Africa. Ha finito di leggere, e intanto ha già ripreso il monologo.
“Gli africani hanno un rapporto col sesso molto giocondo, molto gioviale – lascia perdere che sono più attrezzati di noi, lasciamo stare la barzelletta dei due neri sul ponte di Brooklyn che fanno la pipì e uno dice a quell’altro “oggi è fredda l’acqua” – certo, ci sono delle oggettività in questo senso qua.
Ma lo dico perché gli africani hanno abbracciato delle religioni che non sono quelle originarie come il cristianesimo e l’islam, ma la radice africana è animista, e ancora adesso sono animisti, nun ce sta nient da fà! E l’animismo nei confronti del sesso non prevede né il senso di colpa né il peccato, per cui il sesso si fà, è una cosa ca si fà… E se fà normalmente”.
“Poi è arrivata la beneficenza ed è andato tutto a puttane”
Ormai siamo in Africa…
“Ad un certo punto, il capo dei capi, con tutta la sua area marziale, è venuto da me e con tutte le traduzioni del caso, m’ ha detto: “Noi siamo orgogliosi che sei venuto a trovarci per fare un film con noi, ma che é nu’ film?”
Giobbe spiega: “Loro ci hanno fatto la festa perché eravamo andati da loro, mica perché eravamo andati a fare il film! Loro hanno ancora quello straordinario concetto di ospitalità, che ci apparteneva – e devo dire che in Puglia è ancora molto presente -, e viene da lontanissimo. La sacra ospitalità che viene dai tempi della Grecia antica, e poi Roma, Medioevo, e poi e poi poi… Ma tu pensa, aveva pure un nome, si chiama solidarietà, si chiamava così! Poi è arrivata la beneficenza ed è andato tutto a puttane!
Il pubblico è ammutolito. Non l’ha capita nessuno. O forse nessuno di noi vuole capirla.
Come Giobbe chiude il Festival della Disperazione
Io preferirei chiudere così, lui invece riprende a leggere Virgilio:
“Ma prima ho due messaggi per la gente:
1) Uno, se torni, porta muzzarelle!
2) Due, giustizia serve a questo continente!
Disse Virgilio con occhi come stelle”.
Chiude alla grande. Sia la serata che il Festival della Disperazione.
E tutti (gli occidentali) vissero felici e contenti
Francesco Roberto