I Carabinieri del Comando Provinciale di Bari e del Nucleo Ispettorato del Lavoro, da diversi giorni impegnati sul territorio della provincia di Bari con una “task force” dedicata al contrasto del fenomeno della intermediazione illecita e dello sfruttamento del lavoro, hanno arrestato in flagranza di reato S.I., di anni 60, originario della Burkina Faso per intermediazione illecita e denunciato in s.l. per sfruttamento del lavoro un 49enne ed un 55enne, entrambi imprenditori del settore agricolo.
Nel corso di diversi servizi di osservazione (effettuati anche con l’ausilio di droni) presso l’agro di Spinazzola, fin dalle prime luci dell’alba i militari hanno notato un intenso via vai di cittadini di origine africana, i quali salivano a bordo di pullman o biciclette per recarsi presso i numerosi campi di frutta e ortaggi della zona a lavorare come braccianti. In particolare hanno constatato che, con regolare puntualità, un’autovettura condotta da un individuo, ogni mattina, fungeva da “trasportatore”, ovvero si presentava presso i casolari ove i braccianti erano alloggiati e li trasportava nei campi oppure presso le serre.
Al fine di verificare il rispetto delle norme poste a tutela dei lavoratori, i militari hanno fermato l’autovettura (una Opel Zafira), a bordo della quale venivano caricati i braccianti, ed hanno identificato l’autista, nonché proprietario del mezzo, in S.I., cittadino extracomunitario e residente in Italia. Quest’ultimo, nel corso delle indagini condotte nell’immediatezza, è risulto essere l’intermediario fra i braccianti e le aziende agricole: infatti, agendo secondo un modus consolidato, si preoccupava di reclutare manodopera fra cittadini regolari e non, presso i quali era riconosciuto come “un capo”, e di traportarli presso le varie aziende a seconda dell’esigenza, al costo di 5 euro a viaggio, denaro che veniva stornato da una paga giornaliera che non superava le 35 euro. La contabilità della sua illecita attività era documentata attraverso un quaderno, trovato all’interno dell’autovettura, sul quale l’intermediario riportava le giornate lavorative di ogni singolo bracciante ed il relativo guadagno.
I militari hanno così effettuato i sopralluoghi presso le aziende ove erano stati trasportati i braccianti, site nell’agro di Spinazzola ed in provincia di Potenza. Da ciò è emerso che i lavoratori, ancorchè alcuni di essi fossero regolarmente assunti, erano impiegati in condizioni di sfruttamento, dettate in primo luogo dalla sotto-remunerazione, lavorando in media nr. 8 ore al giorno con paga oraria di euro 4,36 in luogo di euro 9,60 previsti dalla contrattazione collettiva nazionale ed in violazione delle norme poste a tutela della salute e sicurezza sui dei lavoratori (D.lgs. 81/08). Ad aggravare la condizione delle vittime vi era il degrado della loro situazione alloggiative: essi infatti vivevano in casolari abbandonati, privi di servizi igienici, senza acqua potabile e sistema fognario, ritenuti dal personale della ASL inagibili e privi di ogni requisito di abitabilità.
Anche la scelta della manodopera non era casuale, bensì effettuata fra coloro che erano sprovvisti di permesso di soggiorno o in procinto di scadere, tali da indurli ad accettare qualsiasi condizione pur di ottenere il rinnovo.
Al termine dell’attività sono state comminate sanzioni per un tot. di euro 31.320,00 ed identificati nr. 42 operai di cui 28 stranieri (provenienti dal Sanegal, Mali e Costa d’Avorio), mentre l’arrestato, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria è stato trasportato presso carcere di Trani.