“La Crisi del lavoro causata dal disastro comunale non riguarda solo la Multiservice.
Tutti i mancati pagamenti stanno diventando perdita di lavoro e drammi umani per cooperative, imprese artigiane, fornitori di servizi, canili, ecc. ecc.”
Ad intervenire in merito al futuro della società comunale “Multiservice”, è l’ex primo cittadino di Andria (dal 1996 al 2005) Vincenzo Caldarone.
“Ma la società, di proprietà del comune, che gestisce opere e servizi pubblici deve riemergere dalla crisi e diventare uno strumento strategico per la città e la comunità.
Mentre finora è stata utilizzata come un bancomat per incarichi e sottopolitica, nonostante le importanti energie al suo interno.
La Multiservice può, e deve, diventare lo strumento operativo per grandi operazioni di lavori pubblici e qualità urbana:
- Società leader territoriale per efficienza energetica e ambientale, funzioni per cui sono disponibili centinaia di milioni regionali, nazionale ed europei;
- Comunità energetiche e produzione di rinnovabili per la comunità;
- Recupero, manutenzione e gestione del patrimonio pubblico e privato (per i quali l’ecobonus è solo l’inizio delle disponibilità finanziarie);
- Gestione dei servizi di smart city e innovazione digitale diffusa.
Per diventare in prospettiva società dei comuni del territorio, espandendo strategie, posti di lavoro, qualificazione e preparazione del personale. Per fare questo – continua Caldarone – è disponibile un mare di risorse, che si traducono in lavoro per la società, per imprese locali e qualità per la comunità.
Per questo scopo la mia amministrazione fondò la multiservice e avviò il progetto delle società del territorio. Dopo di che il buio purtroppo.
Comincerebbe anche uno sbocco qualificato per tanti ragazzi, ingegneri e tecnici, che abbandonano la città ed emigrano. Il programma industriale si può sviluppare in due mesi, insieme ai primi negoziati per le risorse ed investimenti.
Pensiamo a questo e vediamo che delitto morale si è compiuto verso la città, lasciandola a secco e con la società sull’orlo della chiusura.
Naturalmente si può fare, ma non è cosa da tutti i giorni o da tutti i governanti. Servono progetto, coesione, una visione della città e della politica diversa, organi societari con un mandato di innovazione e sviluppo.
Promuovere una rete civica significa proprio questo: mettere insieme pezzi finora separati della città, che guardano al meglio, e tenere lontani responsabili della vergogna cittadina, sotto qualunque veste si presentino” – conclude l’ex sindaco di Andria.