Non è di molto cambiata la situazione delle liste d’attesa nella Asl Bat rispetto a ciò che accadeva prima dell’emergenza sanitaria. In particolare, in alcune discipline, si evidenziano le maggiori sofferenze in termini di tempi come per la Neurologia, la Gastroenterologia, l’Endocrinologia, la Cardiologia, l’Oculistica e la Diagnostica per immagine.
Di liste d’attesa, riprogrammazione delle attività sospese e medicina territoriale si è discusso in un nuovo tavolo della cabina di regia che si è riunita martedì 28 luglio, alla presenza dei vertici della Asl Bat, a partire dal direttore generale, Alessandro Delle Donne, e poi del direttore sanitario, quello amministrativo, del controllo di gestione e del responsabile del personale e RULA. Per le organizzazioni sindacali c’erano i rappresentanti confederali, del pubblico impiego e dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil.
“Il blocco delle attività programmate nella fase Covid-19 ha spostato una certa quantità di prenotazioni sui codici U (urgenti) e B (brevi). Sulle discipline che risentono di maggiori sofferenze abbiamo provato a modificare lo schema di monitoraggio: bisogna superare il modello di censimento della registrazione dei giorni di ritardo, che finisce per diventare il solo parametro della discussione, ed introdurre anche l’analisi delle motivazioni che causano quei tempi per approntare soluzioni mirate.
Si potrebbe partire dal rafforzamento degli organici, per esempio, oppure pensare anche all’allungamento degli orari di visita utilizzo anche le giornate festive e prefestive, per poi in conclusione valutare il grado di avanzamento” – sostengono Biagio D’Alberto, segretario generale della Cgil Bat e Ileana Remini, segretario generale Funzione pubblica Cgil Bat.
“Verificheremo a settembre se questa condizione sarà applicata e che risultati produrrà, intanto abbiamo già chiesto il superamento delle agende criptate in capo ai primari in maniera tale da lavorare a soluzioni che permettano il più alto livello di trasparenza possibile” – spiegano.
Nell’incontro si è discusso anche di presidi territoriali di assistenza: a breve sarà consegnato nelle mani dei sindacati il verbale di intesa sul rafforzamento della struttura di Spinazzola.
A settembre partirà un vero e proprio tavolo di discussione sulla medicina territoriale.
“Abbiamo anche parlato di Margherita di Savoia dove potrebbe prendere corpo un’ipotesi che dovrà inevitabilmente coinvolgere la Regione, che in materia sanitaria come è noto ha il potere decisionale.
La Asl punterà sul potenziamento del dipartimento di prevenzione, USCA, ADI, Telemedicina, in stretto raccordo con i distretti ed i PTA. Il rafforzamento degli organici e l’ampliamento dell’offerta specialistica diventano condizioni fondamentali per soddisfare i bisogni di salute del territorio.
Ma anche la ripartenza delle RSA, RSSA e case di cura che sono in grado di rispettare le nuove regole, diventano un bisogno prioritario per una fascia sempre più rilevante della popolazione” – concludono D’Alberto e Remini.