La riunione di insediamento si è svolta il 19 dicembre del 2019, quella in calendario a febbraio è slittata a marzo, poi è sopraggiunta l’emergenza sanitaria da coronavirus e il lockdown. A conti fatti, dal primo tavolo che ha segnato l’avvio della sezione territoriale della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità non ci sono stati altri momenti di confronto.
Ed è così che Flai, Fai e Uila, partendo dal presupposto che il comparto agricolo non si è mai fermato neanche durante il lockdown ma facendo parte della filiera dell’agroalimentare ha dovuto garantire materie prime fondamentali, e visto l’allentamento progressivo delle restrizioni per il contenimento del contagio chiedono alla direzione provinciale dell’Inps che convochi una riunione della Rete.
Con la prima missiva datata 5 giugno u.s. (si auspicava una convocazione in video conferenza) e per ultimadopo circa un mese, ovvero il 30 giugno u.s., i segretari generali di Flai Cgil Bat, Gaetano Riglietti, Fai Cisl Bari-Bat, Pasquale Fiore e Uila Bari-Bat, Pietro Buongiorno, sono tornati a scrivere all’Inps sollecitando la ripresa delle riunioni.
“Non capiamo le ragioni per le quali non si riprendano le riunioni della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità. Avremmo potuto anche in video conferenza continuare il confronto avviato o comunque organizzare un tavolo nel pieno rispetto di tutte le norme di contenimento del contagio e osservando le regole dettate dall’emergenza sanitaria come il distanziamento sociale. E, invece, non solo non ci incontriamo ma non riceviamo neanche alcuna risposta alle nostre istanze. Abbiamo inviato la mail di sollecito per conoscenza anche al Prefetto della Bat, il dott. Maurizio Valiante che dunque è informato di quanto sta accadendo” – spiegano Riglietti, Fiore e Buongiorno.
“Ricordiamo, se ce ne fosse bisogno, che la Rete è uno strumento necessario per trovare soluzioni contro il lavoro nero e lo sfruttamento dei braccianti nelle campagne ed è prevista nella legge del 29 ottobre del 2016, la 199, ribattezzata ‘anti-caporali’. Con la Rete si potrebbe andare anche oltre l’azione repressiva e di denuncia e fare un concreto salto di qualità per liberare definitivamente il settore agricolo da questa piaga, ridando dignità alle lavoratrici e ai lavoratori agricoli.
Ma per fare ciò è necessario che torni a funzionare al più presto e per questo abbiamo scritto all’Inps perché serve che subito il tavolo della Rete del lavoro agricolo di qualità si riunisca, anche in vista delle campagne in essere e altre ormai prossime” – concludono i tre dirigenti sindacali.