Lo scorso sabato 4 gennaio 2020, ha avuto luogo a Barletta, presso il “GrowLab” di corso Vittorio Emanuele, la presentazione del libro “Romanzo caporale” scritto dal giovanissimo Annibale Gagliani.
In un tempo in cui la superficialità ha il sopravvento, in cui si storce il naso quando il giovane migrante chiede qualche spicciolo al semaforo, guardare attraverso gli occhi azzurri di un giovane sognatore africano può diventare un’operazione rivoluzionaria e necessaria.
Necessaria per affrontare di petto il clima di odio da cui siamo circondati.
Un’azione intrapresa attraverso la presentazione del libro di Annibale Gagliani: “Romanzo Caporale”, moderata dalla giornalista Antonella Filannino.
«“Romanzo caporale” è flusso di coscienza; è la sintesi di un uomo che rivolgendosi al suo paesaggio ripercorre la sua storia, gli incontri, gli abbracci, le torture e le stelle viste con il naso all’insù – spiega la giornalista Antonella Filannino, che ha voluto portare il libro di Gagliani nella città di Barletta».
Il protagonista è senza nome ma ha in sé costellazioni di personalità.
Nei suoi occhi si possono intravedere quelli della donna seduta fuori al supermercato sotto casa, l’uomo di mezza età che vive in stazione.
Il sognatore africano è davanti alla Cava di Bauxite a Otranto, e si guarda.
Dentro di lui c’è il presidente del Burkina Faso Thomas Sankarà, Don Donato Panna, il sindacalista ed ex bracciante Aboubakar Soumahoro e l’ex candidata sindaca al comune di Firenze Antonella Bundu.
Si comincia a spogliare e ricorda da dove è arrivato. È cresciuto nelle viscere del Terzo Mondo, in Kenya, è orfano di madre, educato all’arte e al sacrificio da Don Donato Panna che l’autore Annibale Gagliani ha più volte incontrato. Il diario mai pubblicato di Don D e oltre 50 testimonianze sono le fonti e fondamenta del libro.
Perforare le viscere dell’Africa, solcare le ultime vie del pianeta, giocarmi il tutto per tutto.
La disumana navigazione per il Mediterraneo porta il protagonista in Puglia. Lui che voleva fare la differenza candidandosi alle elezioni del suo Paese è costretto a fuggire da quella terra culla di suo figlio Bono.
Arriva in Salento dove incontrerà volti amici, lentiggini arcipelago di altre lentiggini di una donna che diventa la sua mamy; ma si imbatterà anche in quel fenomeno che piega ogni giorno schiene fino a spezzarle: il caporalato.
«Il 6 agosto del 2018 – ricorda l’autore Gagliani -, lungo la statale 16 nel cuore delle campagne di Lesina, in provincia di Foggia dodici uomini, dodici braccianti e migranti erano a bordo di un furgone per tornare a casa dopo un’estenuante giornata di lavoro nei campi.
Le loro esistenze sono state cancellate, dimenticate anche dallo Stato italiano. Quelle vite mi si sono incollate addosso.
Così, pervaso dalla nausea crescente ho sentito la necessità di cominciare a scrivere. Da qui e da tanti racconti intrisi di sofferenza nasce “Romanzo caporale”».
La speranza si arrampica tra le pagine del libro con forza per lanciare il suo grande messaggio: alla lunga il bene vincerà, occorre partire dalle piccole cose, dai piccoli gesti e dai sorrisi.